martedì 6 dicembre 2011

SIMBOLI: DECIMA E ULTIMA PARTE.

Eravamo tutti lì in attesa di segnali dagli adiani, ma il tempo passava e non succedeva nulla; eravamo consci di non poter pretendere che dopo tanto tribolare, la cosa si risolvesse in poco tempo, ma un conto è passare settimane a fare qualche cosa, vedendo un piano svolgersi regolarmente ed in maniera soddisfacente, un conto passare poche ore ad aspettare; si dice che l'acqua impiega più tempo a bollire se la si guarda, magari per la pressione della fame; ciò per dire che cadiamo vittime di una autentica trappola cognitiva che modifica la sensazione dello scorrere del tempo a seconda delle nostre azioni e delle nostre emozioni a riguardo dei fatti che viviamo e quello era sicuramente una di quelle situazioni. Quella pausa di tesa calma fu l'occasione per conoscerci tutti meglio.
Si erano formati dei piccoli gruppi, i giovani, quindi Bimba, Stuart, Christine e Joshi, i “vecchi”, Bejamin Harris, il P.C. Radichek, Abel e i mezzani, io, Eva, Gloria e Lortan; ovviamente la suddivisione era solo sulla età apparente, visto che nel gruppo di mezzo eravamo tutti vampiri di varie centinaia di anni di età ognuno, se non di più come io e mia sorella Gloria. La squadra tattica, ancora presente sulla GI era acquartierata in una sezione diversa della nave ed in quel momento non era presente; rimaneva Andrea. Era seduta su di un tavolo lontano e mangiava tristemente un panino al tonno. Quando mi resi conto di lei e la vidi in quel modo, mi fece una infinita tenerezza: era sola, aveva perso tutte le persone che amava ed era finita in una situazione rocambolesca, intricata ed incredibilmente tragica. Eva stava raccontando, soprattutto a me, di una delle sue azioni militari, risalenti a circa 300 anni prima, durante una delle piccole battaglie su un pianeta in cui vigeva la dittatura religiosa (una delle più lampanti dimostrazioni dell'idiozia umana), azione che avrebbe dovuto liberare un gruppo di prigionieri destinati a morte certa, ma solo dopo un interessante periodo di torture e sevizie; lei era tutta infervorata nel raccontare i vari pericoli, le fughe miracolose e la gloria della vittoria, quando alla fine l'impresa riuscì con minime perdite, da parte loro, e drammatiche da parte degli altri. Avevo smesso di seguire il racconto, con l'attenzione iniziale, da alcuni minuti e ad un certo punto, all'improvviso, mi alzai, senza dare la minima spiegazione e mi diressi verso Andrea; sentii Gloria domandare, retoricamente: -ma dove vai?-; la risposta fu chiara, quando mi vide sedermi vicino ad Andrea, metterle un braccio intorno alle spalle e lasciarla piangere, appoggiata a me, accarezzandole delicatamente la testa; tutti si erano accorti della cosa e quello che sicuramente pensavano lo espresse Christine: -speriamo di non dover mai più vedere queste catastrofi!-; anche l'espressione dell'inflessibile e austero Roland Radichek si era intenerita; in quei giorni, oltre al suo nome avevo anche saputo varie cose sulla sua famiglia, tra le quali l'età della figlia, che ora sarebbe stata circa come quella di Andrea. In quella sala erano riuniti i rappresentanti di tre fazioni, che con le loro azioni e le loro parole avevano direttamente causato enormi catastrofi e innumerevoli morti, eppure eravamo tutti consci che nessuno aveva voluto realmente, deliberatamente distruggere niente ed uccidere nessuno. Era stata la più grande truffa mai concepita da essere vivente.
La mano di Andrea che stringeva la mia stava allentando la presa e così anche i singhiozzi; guardai verso il basso proprio mentre lei girava la sua testa verso di me; due occhi umidi ma limpidi mi fissavano teneramente e dolcemente: --grazie Adam--; altro non sarebbe servito dire; avrei anche scoperto che Andrea non era una di quelle ragazze che parla molto e che anzi, in genere si esprimeva a monosillabi; le accarezzai il viso, sorridendole, mi alzai e prendendola per mano, la accompagnai al tavolo, mettendola in mezzo fra noi ed il gruppo dei giovani e davanti al gruppo di Abel. Anche Eva le diede una leggera stretta con il suo braccio intorno alle spalle e un bacio su una guancia; Andrea era stupita per tutto quell'affetto, ma ne era anche rinfrancata; la stavo vedendo rifiorire, avvolta in quella atmosfera di comprensione e calore umano; solo molto tempo dopo mi sarei reso conto che in quel preciso momento, in quella sala, in quella pericolosa situazione, si stava formando il nucleo ed i presupposti per la nascita di una Federazione di Pianeti, quella che sarebbe potuta essere una nuova Organizzazione di Pianeti Uniti, la OPU, lontana discendente dell'ONU, che aveva cercato centinaia di anni fa di fare da mediatrice per le controversie delle nazione terrestri, con alterni successi.
Erano passati quasi due giorni dall'ultimo scontro e ancora non succedeva niente; nessuno dei nostri avamposti dava notizie; gli adiani erano ancora uccel di bosco; la noia e la noia, insieme ad un altro po' di noia, regnavano sovrane e l'unica scintilla di vita era data dal quel lieve senso di ansia per quello che sarebbe successo se e quando gli adiani si fossero decisi a venire ad ammirare il risultato dei loro maneggi. L'unica variante a tutta quella situazione erano le varie coppie che facevano quello che normalmente le coppie fanno: si accoppiano, ma non prima di aver amoreggiato, giocato, essersi rincorsi per tutta la nave, gettando un po' di scompiglio. Fu un momento di vero imbarazzo quando l'ufficiale in comando della squadra di assalto mi si presentò, era circa metà mattina del secondo giorno, tutto serio ed impettito: --Signore ho da riportarle una protesta...--, mi guardò dritto negli occhi, in attesa di essere o imboccato o autorizzato, ma io pur avendo condotto azioni militari, in passato come ora, non ero un vero e proprio militare e quel dettaglio mi sfuggiva, quindi rimasi immobile ad aspettare che si decidesse a dirmi quale fosse il suo problema; eravamo in stallo; il tenente prese il rischio di fare la prima mossa: --se posso permettermi di parlare liberamente...--, piccola pausa, io non obbiettai, lui proseguì: –...devo fare rapporto sul comportamento poco consono dei ragazzi...--, mi accigliai, non capivo, –...intendo dire i vostri ragazzi [ah, ecco...]; è da ieri sera che girano e corrono per tutta la nave, facendo un sacco di confusione e...--, aprii i miei occhi e mi protesi con la testa leggermente verso di lui, per spronarlo a proseguire: --e...--; si decise: –bé, signore, fanno cose che sarebbe meglio fare in privato... non in privato, in continuazione: nei corridoi, nelle salette, in mensa, ...insomma dappertutto!--; mmm..., cose da fare in privato, fatte non in privato; lo stavo guardando vacuamente, mentre lui cercava di avere soddisfazione delle sue lamentele, stupito che non capissi di cosa stesse parlando; in realtà avevo capito che stava parlando di sesso, ma stavo prendendo tempo, cercando di dargli una risposta ragionevole, che al momento non avevo; anche in questo noi vampiri non ci creiamo molte fisime; con questo non intendo dire che su Marte o in qualunque altro posto dove viviamo più o meno alla luce del sole, i vampiri facciano sesso davanti a tutti, ma semplicemente che se capita di farlo in maniera privata/pubblica, non si scandalizza nessuno; il come dipende solo dalle inclinazioni personali della coppia, semplicemente; ma avevo difronte un essere umano e, come noto gli esseri umani si occupano molto, troppo, delle occupazioni altrui; inoltre il tenente era giovane, come i suoi uomini, e di donne non ne vedevano ormai da parecchio tempo; ok, mi era chiaro il fatto e almeno in quella situazione c'era solo una soluzione: --bene, tenente, me ne occuperò immediatamente e, le prometto, che la cosa non si ripeterà più--. Lo avevo congedato, ma lui ci impiegò alcuni secondi a rendersene conto, poi si mise sull'attenti e salutò, girandosi di 180°, con precisione assoluta, e uscì; mi collegai al sistema di comunicazione della GI e tramite gli altoparlanti (volevo che la cosa fosse pubblica): --Bimba, Stuart, Joshi e Christine a rapporto nell'ufficio del... capo, subito--; sapevo che ci sarebbero stati molti problemi: l'argomento, il grado che mi ero attribuito (non mi era venuto in mente di meglio) e chissà cos'altro; il primo ad entrare fu Stuart e seppi che ogni mio timore era perfettamente fondato; mi guardava con un sorriso beffardo e un sopracciglio alzato; si mise da una parte, per fare entrare gli altri tre: prima Bimba, poi Joshi ed infine Chris; Bimba, in particolare, aveva un'aria decisamente accaldata, ma anche gli altri erano su di giri; presi l'iniziativa e senza rivolgermi direttamente a nessuno in particolare, spiegai il problema: --giusto qualche minuto fa è uscito dal mio ufficio il tenente Ramirez; immaginerete il suo imbarazzo nel venire a riportarmi le vostre attività sessuali pubbliche; il problema è proprio questo: sono e non dovrebbero essere pubbliche; voi due [mi riferivo a Bimba e Stuart] vivete in una cultura molto libera e rispettosa, ma dovreste anche sapere che gli esseri umani hanno ancora dei tabù molto marcati a riguardo del sesso, che in alcuni casi, veramente assurdi, lo ritengono un qualcosa di sporco e impuro [il ridacchiare di Chris e lo stupore di Joshi, mi dicevano che per loro non era così, ma in tutte le culture, i giovani, creavano sempre problemi a riguardo di certe cose], senza considerare che i soldati del tenente Ramirez sono giovani e non vedono le loro donne o quello che preferiscono, da parecchio tempo; tutto quello che vi chiedo è di essere discreti e cioè di non fare assolutamente nulla se non all'interno di una cabina o di un ambiente chiuso; ce ne sono quanti ne volete, basta chiudere la porta a chiave; io ho finito--; hanno iniziato ad uscire in buon ordine, con la minima eccezione di Stuart, che mi salutò in maniera militare, facendomi semplicemente l'occhiolino; mi era andata bene. All'improvviso presi la decisione di fare una cosa per la quale ero rimasto in dubbio da quando era iniziato quel piccolo turbine sessuale: --Bimba..., rimani un attimo per favore--; lei si fermò, si girò e tornò indietro, ma rimanendo in piedi davanti al tavolo ed in ansiosa attesa; era evidentemente preoccupata di quello che le volevo dire; io mi spostai da dietro la scrivania e mi misi a sedere sul divanetto sistemato sulla destra, dove lo ammetto, anche io ed Eva avevamo passato dei bei momenti (porta chiusa a chiave!) e battei sul cuscino alla mia destra con la mano per invitare la mia Bimba a sedersi vicino a me; lei rimase ferma un attimo spostando il suo sguardo dal divanetto a me, poi fece i due passi che la separavamo da me, si sedette e appoggiò la sua testa su una mia spalla, mettendomi una mano sul petto; la strinsi delicatamente a me e le dissi quello che mi passava per la testa: --ti voglio molto bene e mi fido completamente di te, spero di vederti sempre felice come sei ora; non pensare mai solo per un momento di non poter venire da me a parlare di qualunque cosa, anche solo per fare quattro chiacchiere; anche se sei intelligente come mai nessun vampiro o essere umano potrà mai essere, sei molto giovane, la tua natura è particolare e la mia esperienza ti potrebbe essere utile--; conclusi baciandola sulla testa; lei si tirò su e mi diede un bacio sulla guancia, accompagnandolo con una carezza; la rispedii da Stuart, con una pacca su una chiappetta. Rimasi lì da solo alcuni minuti, pensando che ero un vampiro molto fortunato perché ero circondato da amici straordinari e persone che amavo così tanto e da cui ero amato e rispettato; avevo tutto quello che serve per essere felici. Uscii dall'ufficio per cercare Eva.
La trovai nella sala comando, insieme a Gloria e Benjamin, che stava approfittando di quella calma per farsi spiegare il funzionamento della GI, che presto, forse, sarebbe diventata sua. Gloria ed il suo discepolo, mi salutarono distrattamente, presi come erano; mi avvicinai direttamente ad Eva, le dimostrai tutto il mio amore e le spiegai quello che era accaduto; mi aveva ascoltato con una strana espressione, ma poi mi illuminò: --mi ero accorta di quello che stavano combinando quei quattro, ma non avevo pensato che ci potesse essere qualche problema; poi, visto che anche Chris e Joshi erano tanto disinibiti, non mi è sorto neanche il minimo dubbio, comunque hai fatto benissimo a dare loro delle regole; è sempre un po' imbarazzante trovarsi all'improvviso davanti a due che fanno sesso insieme, in mezzo ad un corridoio o dentro una saletta qualsiasi; ma io la notte giro parecchio, quando non riesco a dormire, ma com'è che anche i soldati girano tanto?--; lo sapevo io e mi resi conto di essere involontario responsabile di tutto quella cosa: --il tenente Ramirez mi aveva chiesto di tenere occupati i suoi uomini e così ho dato loro dei turni di servizio e controllo, con ronde per tutta la nave a tutte le ore e quindi a qualunque ora del giorno e della notte si può incontrare due di loro che girano per la nave; il bello, a quanto pare, che tu non li hai incontrati mai, mente loro hanno incontrato regolarmente i fidanzatini in giro--; Eva sorrise divertita della buffa coincidenza, poi toccandosi la pancia, che cominciava ad essere visibile e che denunciava il suo stato di gravidanza, mi disse una cosa che da solo non avrei mai pensato: --e se Bimba e Stuart decidessero di avere dei bambini, prima o poi?--; rimasi di sasso: --te ne hanno forse parlato?--; smosse la testa: --no, ma sai, da cosa nasce cosa...--; bé, certo, ma loro erano sempre persone artificiali: --come potrebbero?--, fu la mia domanda; Eva non seppe come rispondere: --non lo chiedere a me, ma pensa con chi abbiamo a che fare e ricorda che l'aspetto di Bimba è un possibile aspetto che potrebbe avere nostra figlia e che, per quello che conosco dei sistemi digitali, potrebbe essere possibile “unire” i codici digitali di Bimba e Stuart, in maniera casuale, per crearne uno nuovo e privo di dati, ne più ne meno come avviene con il dna che si ricrea dalle parti fornite da un maschio e da una femmina naturali; per il corpo è tutto più facile, la tecnologia già la conosciamo ed è quella che ha permesso a Bimba e Stuart di essere fisicamente in giro, invece che dentro i cubi--; portai oltre il ragionamento: --a questo punto nulla ci vieta di pensare che prima o poi, la tecnologia delle nano-macchine possa consentire di mettere insieme una mente ed un corpo nano-costruiti a partire dai dati delle due persone artificiali, i genitori; vedremo dei bambini artificiali crescere davanti ai nostri occhi grazie ai naniti che costruirebbero il corpo progressivamente più grande e sviluppato; è un mondo molto interessante quello che ci aspetta--.
La sala comando divenne di colore rosso: l'attesa era finita, quello era l'allarme di prossimità radar e siccome nessuna nave umana e vampira avrebbe mai rotto il “silenzio”, erano sicuramente gli adiani. L'allarme silenzioso si era attivato in tutta la nave e nella mia testa potei udire la voce di tenente Ramirez che chiedeva conferma del contatto con gli adiani1; tutti erano stati destinati ad un compito, magari solo quello di non farsi trovare in giro e di tenersi nascosti e la conferma che diedi, dopo essermi consultato con Gloria, fece attivare tutti per l'esecuzione del piano. Durante quei primi momenti di mobilitazione rischiammo di fare un errore clamoroso; Gloria, non ingiustificatamente, stava per avvisare tutte le altre astronavi dell'arrivo degli adiani, per farle convergere sulla nostra posizione per poter attaccare i nostri nemici in forze; mi accorsi delle sue intenzioni solo grazie al sistema si comunicazione iper-neurale e mi sembrò subito troppo pericoloso; presi il controllo dei comandi della GI, usando i miei codici di comando, di livello superiore a quelli di Gloria (era la prima volta che i nostri codici di comando venivano usati in quella maniera); Gloria si girò verso di me, notevolmente sorpresa: --che stai facendo Adam? Ci serve tutto l'aiuto e la copertura possibile e quindi tutte le navi disponibili!--; iniziai la mia spiegazione negando le parole di Gloria con il diniego della mia testa: --no, Gloria; siamo all'interno della nave più potente mai concepita e nella sua stiva ce ne sta un'altra, altrettanto potente; se con esse non possiamo contrastare e battere gli adiani, neanche tutte le altre navi insieme potranno fare niente e la vita di tutti quei ragazzi andrebbe sprecata inutilmente; lasciamoli stare dove stanno e facciamo in maniera che possano tornare alle loro case o almeno fuggire dove gli adiani non possano mai trovarli--. La comprensione si fece strada nella testa di Gloria e non poté che essere d'accordo. Era il momento della verità. Tutti quelli che ne erano dotati poterono osservare le immagini virtuali generate dai sensori passivi (che cioè rilevavano le emissioni elettromagnetiche, ma anche gravitazionali) di ciò che ci circondava, che avevo impostato; gli altri potevano vedere le stesse immagini su una serie di schermi che erano presenti in tutta la nave, con un dettaglio più o meno grande a seconda che potessero o meno mostrare immagini tridimensionali; tutti stavano osservando una flotta di oltre un centinaio di astronavi assolutamente immense e una più delle altre: l'indicatore di scala dava per l'asse più lungo poco meno di 120 chilometri e per quello corto un po' più di 80 chilometri; era una sorta di lungo sigaro tozzo e le altre, al minimo erano circa un terzo di quelle dimensioni; i commenti erano fra i più vari, da quelli semiseri di Stuart (“dei veri complessati, nave grande, testa piccola...”, anche se non credo che si riferisse semplicemente e solo alla testa!), a quelli preoccupati di Radichek (“come possiamo combattere una cosa del genere...?”), a quelli semplicemente meravigliati; mentre queste immagini si diffondevano per tutta la nave avevo potuto analizzare meglio la struttura dell'ammiraglia e mi ero reso conto che le dimensioni servivano a mascherare e recuperare la mancanza di tecnologie particolarmente avanzate; mi era ora abbastanza chiaro che le tecnologie fornite al Consorzio per batterci erano quelle di cui disponevano e nulla più, solo scalate molto verso il basso; infatti stavo rilevando, prima di tutto, che la struttura di quelle navi si reggeva solo grazie a piloni metallici enormi e fittamente interconnessi, che lasciavano ridotto spazio libero all'interno (relativamente parlando), dimostrando che gli adiani non erano in possesso di tecnologie di gravità artificiale e di controllo dell'inerzia; l'energia che producevano derivava tutta da generatori nucleari in maggior parte a fissione (usando isotopi di peso atomico multiplo dell'uranio e del plutonio), più qualche generatore ad antimateria, non particolarmente avanzato (vedevo le scintille delle piccole perdite dell'antimateria, poche migliaia di atomi, che andavano ad annichilirsi contro gli oggetti e le strutture della nave) e che sicuramente veniva utilizzato solo quando era necessario produrre il massimo possibile dell'energia (spostamenti FTL2, armi in generale); già, le armi: le stavano attivando (vedevo perfettamente l'aumento dell'emissione energetica e vedevo che veniva canalizzata verso linee ad altissima tensione, che portavano direttamente a strutture collocate nelle immediate vicinanze dello scafo esterno); Eva intervenne nelle comunicazioni: --mi sa che ci vogliono sparare e al diavolo la nostra tecnologia!--; ero perfettamente d'accordo e quindi le lasciai il comando delle contro-misure; la prima cosa che fece fu di bruciare i meccanismi di controllo dei generatori ad antimateria e precisamente fuse il circuito dell'alimentazione del flusso di antimateria nella camera di reazione, questo fece: 1. andare alla deriva il buco nero e 2. interrompere l'alimentazione delle armi che si stavano caricando; tentarono di attivare gli altri generatori ma invano; gli era rimasta solo l'energia di sopravvivenza, dato che i generatori a fissione erano giusto sufficienti a quello scopo. Mentre Eva metteva fuori gioco l'ammiraglia, avevo dato ordine a Stuart e al suo equipaggio (Bimba, Chris e Joshi, che erano stati dotati dei sistemi di iper comunicazione) di uscire con la GII e fare altrettanto con tutte le altre navi; li avevamo presi completamente di sorpresa: neanche un singolo colpo venne a disturbarci e d'altronde ci vollero solo 13 secondi perché la GII, potesse colpire simultaneamente le navi nemiche. Però non avevamo considerato il grado di fanatismo degli adiani (qualunque fosse la loro natura) e ci ritrovammo in rotta di collisione con quasi tutte le loro navi; erano molto vicine e potevano utilizzare i motori di manovra; ci andarono molto vicino perché ci eravamo distratti, convinti di avere chiuso la faccenda, ma giusto un secondo prima del primo impatto, si attivò lo scudo 10+, impedendo qualunque danno; 5 minuti dopo, dalla Guardiano II, Stuart ci comunicò che gli impatti erano finiti e che avevano provveduto a rimuovere le altre navi dalla bolla dello scudo; la Guardiano I riemerse dalla bolla 10+, per ritrovarsi circondata da un'infinità di detriti metallici, corpi e materiale vario; dalla GII, ci venne proiettata la visuale della situazione: era rimasta intatta solo l'ammiraglia, che non disponeva di motori di manovra; tutte le altre si erano schiantate, sbriciolandosi, contro il nostro impenetrabile scudo; non era finita, infatti Gloria mi comunicò l'arrivo di una chiamata direttamente dalla nave superstite: --Adam, il comandante della Sesta Flotta dell'Impero dei Dominatori vuole parlare con te...--; mi passò la comunicazione, ma decisi di renderla pubblica su tutte le navi, comprese quelle rimaste lontane e nascoste, tramite un iper-link: --Adam Tremec Nicolai, che tu sia maledetto per l'eternità; ancora una volta ti abbiamo sottovalutato; sono secoli che cerco di farti fuori, ma ogni volta succede qualcosa...--, lasciò in sospeso la frase, per emettere un ruggito spettacolare e solo in quel momento mi resi conto che non avevo ben compreso le dimensioni di quell'essere: era un teropode, carnivoro, circa come quello che avevo affrontato nella sala del consiglio di Consorzio, su Larissa, solo che questo era enorme e non potei fare a meno di associare quello che vedevo alle immagini di tanti documentari naturalistici che (virtualmente) avevano mostrato le apparenze degli antichissimi dinosauri: quello era un Tirannosaurus Sapiens Sapiens Rex: 12 metri di altezza, almeno 6 tonnellate di peso e delle mani prensili con tanto di pollice opponibile; intorno a lui brulicava una frenetica attività umana e un paio di suoi consimili più piccoli gli stavano direttamente ai lati, armeggiando su due consolle di comando; il suo ruggito fece fermare tutti per alcuni secondi, ma poi tutta l'attività riprese e anche il suo discorso: --ma non importa; tutti noi serviamo la causa e l'eternità ci appartiene, come la vittoria ed il dominio [ancora con quei discorsi di roboante fanatismo; a questi pazzoidi i fatti e le evidenze gli facevano un baffo]; abbiamo trasmesso i nuovi dati sulle vostre tecnologie ai nostri padroni [a-ah, allora avevo visto giusto] e quando torneremo, saremo pronti e per voi maledetti vampiri sarà l'oblio eterno--; la comunicazione si interruppe giusto un secondo dopo che aveva fatto un cenno ad uno dei suoi sottoposti, che aveva attivato qualche cosa sulla consolle che gli stava difronte; le immagini dall'esterno mostrarono un'esplosione assolutamente incredibile, che poi calcolammo essere un miliardo di volte maggiore di quella che aveva distrutto un decimo di Larissa; aveva fatto esplodere tutte le riserve di antimateria presenti sulla nave. In quel preciso momento, nella nostra galassia non era rimasto presente neanche un singolo adiano e la minaccia adiana era terminata, speravo per sempre; mi rivolsi a Gloria: --sorella, hai potuto intercettare le loro comunicazioni in uscita?--; la sua risposta fu la migliore possibile: --non solo, le ho anche bloccate; chiunque siano i suoi padroni, per ora non sapranno nulla di quello che è successo oggi; ah, già che c'ero sono riuscita a prelevare i loro archivi; intendo tutti i loro archivi; sono peta bite3 di dati; quella nave è millenni che sta in giro e ha raccolto molto dati; sarà molto interessante esaminarli--; Radichek aveva un piccolo dubbio in merito: --come ha fatto a prelevare quella mole di dati, Signorina?; Gloria aveva un leggero sorriso sulle labbra e già faceva di no con la testa: --non ho detto che ho prelevato i dati, ma gli archivi, intendendo dire i server fisici dove i dati sono conservati; li avevo cercati ed individuati, mentre il Rex parlava; quando ho rilevato che stava facendo aprire tutti i sigilli dell'antimateria, ho imbozzolato gli archivi, che sono rimasti intatti e poi li ho trascinati dentro una stiva della Guardiano; ora si tratterà di capire la codifica base e vale a dire il linguaggio con cui sono scritti i dati e il gioco è fatto--; Radichek annuì positivamente: --proprio brava, Signorina!--; il P.C. stava imparando ad apprezzarci e ad essere meno austero. Rimaneva un'ultima cosa: --che dicono i dati a riguardo della provenienza degli Adiani?--; ancora una volta mi ero rivolto a Gloria, ma questa volta non mi poté dare subito una risposta chiara e positiva: --i sensori li hanno individuati solo quando erano dentro il sistema stellare e avendo schermato le comunicazioni in uscita, non è stato possibile rintracciare la destinazione; credo che solo dai loro archivi potremo, forse, avere le informazioni che ci servono--. Pazienza, sapevamo che per ora non rappresentavano un pericolo e avevamo molto tempo per decodificare i loro archivi; la galassia era al sicuro, protetta ed eventualmente armata; anche chi aveva ricevuto il più basso livello di tecnologia (dalle nostre trattative, per le collaborazioni in vista del piano finale contro i nostri nemici) poteva affrontare gli adiani con ragionevole tranquillità; Gloria si stava mettendo in contatto con tutti i pianeti e con le navi della nostra flotta, per comunicare la fine del pericolo adiano, anche se quasi tutti avevano visto le tracce dell'esplosione dell'ammiraglia adiana; erano rientrati anche quelli della GII e fu una festa, uno scambiarsi di baci, abbracci, strette di mano. Seguirono festeggiamenti grandiosi su tutti i pianeti abitati della galassia, i primi del loro genere, inaugurati da un discorso in galassia-visione, grazie all'installazione di sistemi di iper-comunicazione, dove presero la parola (annoiando tutti a morte) i vari capi di governo; si sprecarono i discorsi sulla “rinascita”, sulla “nuova era di pace e prosperità”, di “amicizia e collaborazione” e via di questo passo; ci fu molto più interesse quando personalmente presentai i componenti della squadra e annunciai la costituzione della flotta mista, con la relativa fondazione dell'accademia; ci fu un'ovazione clamorosa quando promisi che nessuno sarebbe stato scartato, nei limiti dei posti da assegnare, se non per la reale mancanza dei requisiti minimi: intraprendenza, coraggio, lealtà, un minimo di condizione fisica (si sarebbero resi conti che il minimo era piuttosto impegnativo ed elevato) e un impegno di almeno cinque anni, rinnovabili a piacere di cinque anni in cinque anni; piacque soprattutto l'idea che questa flotta era principalmente esplorativa e che non si sovrapponeva e ne affiancava nessuna altra flotta presente, ma poteva essere chiamata in aiuto e collaborazione; non era una flotta mista di appartenenti ad altre flotte, ma ogni suo appartenente faceva capo solo ed esclusivamente al comando di flotta, unico a prendere decisioni, ad esaminare le richieste di ammissione ed in particolare a decidere se intervenire in situazioni di qualsiasi genere, sia che fossero umanitarie (eventuali catastrofi naturali), politiche (guerre) o logistiche (il trasporto, a titolo gratuito, di medicinali, materiali di pubblica utilità e persone, che ne facessero richiesta, per motivi di oppressione politica); sul momento nessun uomo di potere o governo si sentì toccato nei suoi eventuali loschi programmi, ma presto si sarebbero resi conto che i mezzi della flotta avrebbero mostruosamente surclassato ogni e qualunque altro mezzo messo in campo da chicchessia e che la flotta avrebbe avuto occhi e orecchie ovunque, ufficialmente per poter tempestivamente ricevere richieste d'aiuto (ma che potevano ovviamente essere inoltrate, altrettanto tempestivamente, con i sistemi di iper-link), ma ufficiosamente per tenere sotto controllo da vicino, i poteri oppressivi; era stato Radichek a sollevare la questione dell'enorme potere che chi controllasse quella flotta poteva esercitare sull'intera galassia e non solo; gli risposi molto candidamente: --il capo supremo sarò sempre e solo io, anche se non sarò sempre io a prendere le decisioni, ma creerò una rete di persone che faranno direttamente capo a me; prevedo di rimanere in circolazione per tutto il tempo necessario a far si che questa galassia raggiunga degli standard umanitari elevatissimi, ci volessero millenni--; ero convinto che ormai si fidasse di me, ciecamente, e quel ragionamento, di conseguenza, era definitivamente convincente.
Io ed Eva festeggiammo con tutti gli altri, per tutta quella prima settimana, il che consistette nel non fare niente di impegnativo, godendosi la loro compagnia, dormendo fino allo sfinimento e mangiando da stare male; dovevamo stare attenti alla radiazioni gamma, per via dei nostri ospiti umani, quindi cercavamo di compensare con il cibo; quando quella routine cominciò a diventare monotona e i nostri cervelli ripresero a funzionare regolarmente, Eva tirò fuori un problema imprevisto: --ti sei reso conto che noi vampiri non siamo mai stati tanto esposti come adesso e ora con questa flotta, lo saremo ancora di più; mi sto' preoccupando per la bambina--; aggrottai le sopracciglia, comprendendo scarsamente il pericolo: --è una bambina vampiro, non ci sono molte cose che possono seriamente metterla in pericolo...--; Eva mi spiegò meglio quello che intendeva: --mi riferisco all'ambiente in cui si troverebbe a vivere; pensaci: intrallazzi politici, catastrofi politiche e militari, sempre in giro per l'universo; mi piacerebbe che almeno per i primi anni, potesse fare una vita da bambina e ragazza normale, con tutto quello che comporta; poi, quando sarà più grande, e le avremo spiegato tutti i retroscena, deciderà della sua sua vita in maniera autonoma; poi, non succedesse mai che gli adiani tornino a cercarci e comincino una nuova offensiva partendo proprio da dove vive la nostra bambina; tutti i genitori, quando sono fuori per lavoro, sono separati dai loro bambini; noi potremmo essere anche in capo all'universo, ma torneremo a casa, in un attimo, tutti i giorni ed in qualsiasi momento volessimo, grazie alle nostre tecnologie e nessuno potrebbe rintracciare i nostri spostamenti--; mi stava quasi supplicando, ma non ce ne era bisogno; ero perfettamente d'accordo con lei e glielo dissi; mi abbracciò strettamente e potei sentire la sua pancina rotonda che si appoggiava a me.

EPILOGO

Sono passati diciotto anni da quella data storica e le attività della Flotta Universale hanno dato i loro frutti; le guerre (più o meno dichiarate, dato che spesso delle azioni “militari” e di guerriglia venivano svolte in segreto per danneggiare e destabilizzare i nemici, fossero corporazioni industriali o governi) tra sistemi stellari sono diminuite del 95% e anche quelle che iniziano lo stesso durano il tempo di un battito di ciglia, stroncate sul nascere, dall'intervento di una delle dieci Classe Universe tipo I (circa come la GII); sono state create sedi della Flotta su ogni pianeta capitale, piccole ma ben attrezzate (di sistemi di spionaggio e di piccoli ricognitori, per gli eventuali spostamenti all'interno dei sistemi stellari), con lo scopo ufficiale di tenere un canale aperto con la Flotta, per ogni evenienza, ma con la missione prioritaria di sorvegliare le condizioni umanitarie; ogni tentativo di oppressione, riscontrato e denunciato, è stato soffocato, anche se più di un ufficiale della flotta (ma anche intere sedi), responsabile della diffusione delle informazioni sulle attività repressive dei governi e dei privati ha subito ritorsioni, anche letali, ma mai (mai!) la morte e/o l'attacco nei confronti di questi ufficiali e dei loro collaboratori è rimasto impunito, proprio perché fosse chiaro che la Flotta non è un organo di governo che deve dare il buon esempio, ma persegue la giustizia e difronte all'ingiustizia e ad atteggiamenti criminali assoluti (ad esempio l'omicidio come mezzo di repressione ed oppressione dei deboli e degli oppositori) attua soluzioni assolute: è il principio della pena rapida e certa, che può anche essere un deterrente, ma che principalmente elimina il delitto eliminando il delinquente; sono state risparmiate milioni di vite grazie alle possibilità di intervento nei casi più gravi di calamità naturali; in tutti i sistemi stellari abitati sono stati installati sistemi di rilevamento (sotto la supervisione delle sedi locali della Flotta) che si occupano di monitorare le condizioni delle stelle (comprese quelle dei sistemi stellari limitrofi) e dei pianeti, contro eventuali anomalie catastrofiche (flare stellari particolarmente violenti e stelle improvvisamente diventate instabili, terremoti, inondazioni, ecc.); in un caso è stato possibile schermare un intero pianeta da un'eruzione stellare che l'avrebbe altrimenti carbonizzato e poi, scoperto il motivo di quello scampato cataclisma, lo aveva rimosso (una porzione di materia ultra densa, residuo di una esplosione di supernova, aveva secoli prima colpito la stella che con il tempo si era destabilizzata, portando ad una fluttuazione di assestamento e quindi ad un eruzione anomala). Insomma la Flotta Universale è stato un enorme successo, nonostante le polemiche sulla sua trans-nazionalità, sul suo eccessivo potere e sulle sue azioni drastiche e quindi discutibili; ma nella realtà tutti si sentivano più al sicuro, dato che in diciotto anni era stato fatto solo del bene e nessuno si era approfittato per fini personali del potere che gli stava direttamente in mano; ogni persona che riceveva i codici e le interfacce iper-neurali che permettevano il controllo delle navi di classe Universe e delle colonie di naniti, era stato accuratamente scannerizzato proprio grazie ad esse e non aveva potuto perciò nascondere eventuali secondi fini personali ed in definitiva ognuno di loro era perfettamente fidato; inoltre questo sistema di interfaccia, oltre a tenere sotto controllo le azioni dei dieci Capitani di Classe A4, da parte del Consiglio Dirigente di Flotta (al momento composto da me, Gloria, Eva, Abel, come rappresentante del Consiglio dei Vampiri, Roland Radichek, per il Consorzio e da altri 6 Capi di Stato di governi che si erano uniti al progetto della Flotta, ma destinato ad aumentare, via via che la Flotta avesse inglobato altre Nazioni), rendeva assolutamente impossibile ogni interferenza esterna; neanche le tecniche di condizionamento dei dino sapiens avrebbero potuto nulla, perché le naniti che si occupavano della salute e del controllo dei Capitani, memorizzavano (ad intervalli di un'ora) la condizione del cervello, creandone così una copia di backup; se al successivo controllo fossero state riscontrate anomalie, le naniti avrebbero riparato il danno (eventualmente riscontrato), ripristinando le condizioni precedentemente registrate; il trucco consisteva nel collegamento (iper-spaziale, grazie alle risorse delle navi di Classe Universe) che le naniti di ognuno di noi, tenevano con un centro di archiviazione (nascosto molto bene e la cui ubicazione era nota solo ed esclusivamente a me, Eva, Gloria, Stuart e Bimba), in cui erano conservate le copie di backup, in triplice ridondanza. A nessuno era sfuggito che quel sistema (esclusa l'archiviazione remota) era esattamente come quello che i vampiri avevano scritto nel codice genetico (la cui dimensione era molto diversa da quella umana, contando circa il triplo di geni, quindi avendo molte più istruzioni di base con cui funzionare) e che permetteva loro (unitamente allo straordinario metabolismo a due stadi) di rigenerarsi da porzioni minime di se stessi; in noi vampiri quella funzione era assunta da cellule staminali straordinarie che ben difficilmente potevano essere state frutto di un'evoluzione naturale, per quanto stimolata ed accelerata; forse era opera degli adattamenti che i Primi (un attimo e capirete chi sono...) avevano attuato per cercare di far recuperare ai proto-vampiri il gap con i dino sapiens, chissà...
In tutto quel tempo avevamo cercato gli adiani o i loro padroni, ma non ne avevamo trovato tracce, nelle varie galassie che avevamo esplorato e neanche gli archivi che avevamo sottratto loro ci avevano dato indizi; la loro paranoia era divenuta proverbiale e leggendaria ed il fatto che neanche nei loro archivi si parlasse del loro pianeta di origine ne era un lampante esempio; una cosa che invece trovammo, con nostra enorme sorpresa, fu la diretta relazione della nascita dei vampiri e dei dino sapiens; era emerso che erano stati creati entrambi dalla manipolazione genetica (in tempi molto diversi) delle specie emergenti e dominanti sulla Terra e poi messi in competizione naturale sul pianeta chiamato Riuwok (di cui non si conosceva l'ubicazione); i dino-sapiens erano stati prelevati dal pianeta dove era stati collocati per preservarli dall'estinzione e dove avevano quindi trovato rifugio decine di milioni di anni prima, mentre i vampiri erano stati creati da un gruppo di protoscimmie antecedenti la linea evolutiva che avrebbe prodotto l'uomo;5 pare che il fine dell'esperimento fosse la comprensione dei meccanismi evolutivi che portavano alla sopravvivenza di una specie; la lotta fra le due specie aveva creato una selezione naturale rapidissima e incredibilmente potente (basti pensare alle caratteristiche fisiche dei vampiri), anche grazie al fatto che il pianeta era naturalmente irradiato da intensissime radiazioni gamma; era stata inserita nel codice genetico delle due specie una iniziale resistenza alle radiazioni (nel senso che non potessero essere letali, ma che potessero dare grandi spazi di manovra alle forze evolutive) e il tempo (poche generazioni valevamo milioni di anni) aveva fatto il resto; tutto questo era durato circa 10 milioni di anni; ad un certo punto dell'esperimento, circa 25.000 anni fa, alcuni vampiri erano stati prelevati dal pianeta e messi in mezzo ai membri della razza umana (non prima di avere reso il loro aspetto simile a quello umano, ma lasciando intatte le caratteristiche fisiologiche e fisiche); sospettiamo che ogni mostro, demone o bestia infernale mai temuta dagli esseri umani sia stata ispirata dalle gesta di quei primi vampiri terrestri, assolutamente selvaggi; come i dino sapiens siano usciti dal pianeta Riuwok e come si siano procurati i loro mezzi tecnologici, se era descritto, non è stato possibile trovarlo, probabilmente eliminato dai dino sapiens stessi, che invece non si erano lasciati sfuggire la possibilità di decantare le proprie lodi di dominatori e conquistatori; un'altra grossa sorpresa fu quella che ci trovammo tutti a provare quando emerse che i responsabili della “pazzia” che aveva pervaso i vampiri circa mille anni prima e che aveva segnato il popolo che poi sarebbe stato il nucleo del Consorzio, era stata direttamente causata dai dino adiani, in un primo tentativo di eliminare dall'universo la razza vampira, nemica naturale sul pianeta Riuwok; era stata usata la stessa tecnica che aveva creato il condizionamento perfetto che aveva originato i primi schiavi umani, del cui popolo faceva parte Andrea, ma che era stato eliminato, nel corso di alcuni decenni, dalle capacità rigenerative dei vampiri, che trattavano le modificazioni neuronali come delle ferite, cercando di ripristinare la situazione precedente; l'esito di quella lotta, su quello sconosciuto pianeta, era stato che i vampiri fossero più intelligenti e, nonostante le dimensioni ridotte, molto più forti dei dino sapiens, che se l'erano legata alle zanne, con odio eterno; della provenienza della razza che aveva messo in piedi quell'esperimento (i Primi) si riuscì a capire solo che era molto antica, forse si era evoluta su di un pianeta orbitante intorno ad uno dei primi soli stabili e di lunga durata dell'universo e, nel caso, si trattava di vari miliardi di anni, visto che l'Universo data circa 13,7 miliardi di anni di età; l'esplorazione proseguiva e noi tenevamo sempre gli occhi aperti; in compenso in due galassie distinte avevamo scoperto tre civiltà altamente evolute, circa come la nostra prima della nascita delle I.A. e stavamo intraprendendo relazioni decisamente amichevoli. A quanto pareva tutte quelle civiltà si erano evolute da delle specie non aggressive, ma semplicemente dotate di enorme curiosità naturale, che le avevano spinte allo studio del mondo che le circondava, sviluppando le caratteristiche genetiche che con il tempo le aveva portate dallo stato animale puro e semplice a quello di stirpe dominante ma integrata nell'ambiente; rispetto ad umani e vampiri si erano risparmiati un sacco di complicazioni, faccenduole come guerre, stermini di massa, devastazioni ambientali. Un modello di sviluppo molto più equilibrato che aveva consentito la nascita di una civiltà avanzata nel giro di poche centinaia di anni, invece che di molte migliaia, per il semplice motivo che la razza perseguiva il benessere collettivo, da cui conseguiva quello individuale, cosa che nella nostra galassia non era mai stato compreso appieno e che aveva portato alla fine di innumerevoli civiltà, causa i conflitti interni e con altre civiltà emergenti: l'eterno “mors tua, vita mea”, espressione dell'egoismo che risolve i problemi del momento, rimandando a data da destinarsi i problemi globali, però nettamente più importanti. Era, forse la più grande scoperta della storia umana e vampira: la felicità è possibile anche e soprattutto rispettando TUTTI gli altri e TUTTO quello che ci sta intorno, e anche se il campione statistico era piuttosto ridotto, sembrava che la storia dell'intelligenza senziente nella nostra galassia fosse un'anomalia rispetto a quella delle altre galassie e questo considerando che i dino sapiens erano anche essi frutto della Via Lattea; tre su tre delle razze senzienti sviluppatesi nella nostra galassia, sul pianeta Terra, erano egoiste, violente e assassine, pur tenendo conto delle manipolazioni dei Primi, che in fondo avevano solo sfruttato caratteristiche già perfettamente radicate e rivelate; bella media, non c'è che dire.
Ma ora era anche arrivato il momento di passare alla seconda fase della vita di Angela, che stava diventando maggiorenne e doveva fare delle scelte. Con la calma seguita alla guerra contro gli adiani, era emersa una cosa curiosa e particolare: le intelligenze artificiali (più precisamente i loro cervelli) come Bimba e Stuart, emettevano un tipo di radiazione mai rilevato prima, che nasceva dalle manipolazioni quantistiche particolari che ne permettevano il proprio stesso funzionamento;6 il problema in se consisteva nel fatto che quella radiazione, sapendo come rilevarla, rendeva una ragazzina di 55 chili più visibile dell'esplosione di una supernova in mancanza di qualunque altra stella, cioè nel buio assoluto. Se volevamo tenere Angela isolata, dovevamo tenerla lontana da Bimba; poi Angela avrebbe deciso cosa fare, ma questa fu (anche se scontata come diretta conseguenza del presupposto iniziale) la scelta più difficile da fare al posto della nostra bambina; quando comunicammo queste nostre decisioni a Bimba, lei fu d'accordo con noi, ma non poté fare a meno di mettersi a piangere; anche Stuart ci rimase molto male; tutti non vedevano l'ora che arrivasse questa rara bambina vampira e pensare di doverla tenere separata da persone sicuramente importanti della sua vita o, dall'altro lato, non poter stare con lei mentre cresceva era molto, molto difficile, pur a fronte dell'enorme arco di vita a cui era destinata.
Ecco, ora avevo raccontato proprio tutto ad Angela ed era evidentemente molto impressionata dalle scelte che erano state fatte in suo nome, ma per il suo bene; si strinse a me molto forte e poi, guardandomi dritto negli occhi, mi comunicò la sua definitiva scelta: --voglio fare parte della vita di mia sorella Bimba--; non disse altro, infatti quello comportava una serie di conseguenze ovvie: avrebbe fatto parte della Flotta, dopo l'Accademia, che avrebbe avuto valore di corso di studi superiore, assumendosi tutti gli oneri, i rischi e le soddisfazioni del fare parte della più potente e straordinaria organizzazione mai vista nell'Universo. Comunicai la decisione di Angela via iper-link e un minuto dopo la GII-b (qualche piccola miglioria e un leggero restyling, niente di che) appariva subito fuori casa nostra, situata in un terreno libero fuori città, così da permettere a me, Eva o chiunque altro della famiglia di andare e venire indisturbati; io e Angela stavamo aspettando in piedi sul portico; il portello si aprì e la prima ad uscire fu Eva, seguita da Gloria, Lortan e Stuart, che sembrò, contrariamente al solito, veramente emozionato; alla fine uscì Bimba, timidissima, seppure ansiosa per il desiderio di quell'incontro; Angela, mentre tutti gli altri uscivano, aveva iniziato ad avvicinarsi e ora, mentre Bimba appariva sull'apertura della GII, era a non più di 5 metri; si fermarono tutte e due, si guardarono e in un'esplosione di gioia si corsero incontro, abbracciandosi e ridendo felicissime. Le mie bambine erano finalmente insieme. Che mondo fantastico che è questo.
FINE
1 Avevamo elaborato un protocollo per l'abbordaggio che avremmo sicuramente subito; infatti eravamo l'unica nave presente nella galassia ad essere rimasta visibile e intatta, essendo l'ultima ad avere portato a termine la guerra e quindi era quasi certo che saremmo stati abbordati dagli adiani, curiosi di vederci morti o agonizzanti e di studiare la tecnologia della GI, ottimo esempio della tecnologia vampira.
2 Faster Then Light: Più Veloce della Luce. Utilizzavano anche loro il sistema della distorsione spaziale, ma sfruttando una micro singolarità naturale, vale a dire un piccolo buco nero, che creava un accorciamento spaziale neanche lontanamente paragonabile a quello che poteva essere generato già dalla versione iniziale della GI e che era nettamente meno gestibile del flusso di gravitoni che emettevano i sistemi di navigazione della nostra Guardiano. L'energia extra dei generatori ad antimateria aveva lo scopo di creare una sorta di specchio parabolico che indirizzasse la deformazione verso la direzione di navigazione, aumentandone l'efficacia ed impedendo (al meglio possibile) gli effetti verso la nave. Complicato, pericoloso e poco efficace. Se un'avaria avesse disattivato i generatori, la distorsione gravitazionale del buco nero avrebbe potuto disintegrare l'astronave nel giro di pochi secondi, a causa degli effetti mareali accentuatissimi, anche in presenza di un buco nero così piccolo (chissà dove lo avevano trovato...); le avarie erano altamente probabili a causa della continua dispersione dell'antimateria, che con il tempo indeboliva tutta la materia che andava ad incontrare ed infatti questi generatori venivano attivati solo per il minimo necessario e ce ne erano tre (tripla ridondanza), che si alternavano, consentendo le necessarie riparazioni; quando avessero dovuto fermarsi e quindi disattivare la navigazione, avrebbero dovuto allontanarsi enormemente dal buco nero; in effetti i sensori gravitazionali lo rilevava ad alcuni milioni di chilometri, in allontanamento, ma in rallentamento; vedevo che stavano modulando lo scudo elettromagnetico per ottenere quell'effetto. Altra cosa complicata e pericolosa: perdere il buco nero poteva bloccarli.
3 Peta è il prefisso per indicare migliaia di miliardi; mega = mille; giga = milioni; tera = miliardi; peta = migliaia di miliardi.
4 Superiori in grado agli altri comandanti di astronave, al fine di attivare le altre risorse della Flotta, come astronavi mediche, logistica, ecc., e di grado inferiore solo ai tre Ammiragli di settore (Intelligence, Strategica, Umanitaria), che dirigevano le operazioni solo nelle situazioni di routine, mentre per le contingenze si attivavano, appunto i Capitani di Classe A, che si rapportavano con gli Ammiragli solo per coordinarsi. Esiste una quarta divisione della Flotta, che è quella Esplorativa, il cui Ammiraglio era stato nominato Benjamin Harris, che era appunto quella che si occupava dell'esplorazione e dei Primi Contatti, con le eventuali altre civiltà incontrate; in caso di necessità avrebbe fornito ulteriore supporto al resto della flotta.
5 Evidentemente anche i Primi, la razza che aveva ideato quell'esperimento così straordinario, aveva intuito le potenzialità di sviluppo di quelle proto-scimmie, da cui poi in effetti si erano sviluppati i primi umani; più di uno di noi aveva ventilato la possibilità che ci fosse stato uno sviluppo guidato e mirato proprio ad ottenere, in tempi lunghi, un'intelligenza più sviluppata, fino alla nascita di una civiltà che si fosse diffusa nella galassia e nell'universo; ancora, però, non vi erano tracce dei Primi e questo era un grande mistero, ancora irrisolto.
6 La fisica quantistica descrive le particelle sub-atomiche con tutta una serie di numeri quantici (supplementari alla semplice polarità negativa, positiva o neutra, dove l'elettrone è di polarità negativa, il protone positivo e il neutrone neutro), che sono espressione di alcune caratteristiche peculiari delle particelle e la cui combinazione descrive ogni particolare particella; in natura questi valori sono stabili e relativi alle varie particelle, nei cervelli delle i.a. vengono manipolati per aumentare le possibilità elaborative e di immagazzinamento delle informazioni; ecco come dalla semplice variazione della polarità magnetica (0/1) che in gruppi di otto e multipli, dava la possibilità di archiviazione delle memorie dei computer di una volta, si è passati a numerosissime combinazioni di numeri quantici che elevano immensamente le possibilità di calcolo presenti sugli stessi dispositivi di archiviazione; la velocità di calcolo è inoltre aumentata grazie all'uso della luce (fotoni in banda gamma, cioè con le energie dei raggi gamma, che altro non è che la frequenza di vibrazione dei fotoni, che veicolano la luce con cui vediamo il mondo che ci circonda, ma con energie e cioè frequenza minori) al posto degli elettroni.

Nessun commento:

Posta un commento

In linea di principio, una storia di fantascienza si legge e basta; piace oppure no, ma se volete fare dei commenti siete liberi di farlo; vale quanto detto in "parole in libertà": le opinioni in quanto tali sono sempre personali e mai possono essere ritenute assolute, quindi calma e rispetto.