martedì 22 novembre 2011

SIMBOLI: OTTAVA PARTE.

Ora dovevamo sapere come rintracciare tutte le navi adiane per poterle distruggere prima che potessero fare danni. La soluzione arrivò da Bimba, che avendo concluso le operazioni preliminari, cioè la creazione e la programmazione delle naniti necessarie alla ricostruzione della gambe di Christine, si era messa in moto per capire come riconoscere la tecnologia adiana e come riuscire a vederla anche a distanza; non ci impiegò molto a trovare una soluzione, ma in questo caso decise di venire di persona a spiegarci il suo piano, quindi lasciò Joshi a vegliare su Christine, sedata mentre le naniti facevano il loro lavoro e ci raggiunse nella sala del Consiglio. Quando entrò dalla porta uno stupito silenzio di pura ammirazione scese fra tutti i presenti, compresi me e Stuart, perché Bimba, per quanto semplice, era bellissima: scarpe da ginnastica in tessuto rosse, jeans neri, una cinta rossa (in abbinamento con le scarpe), una t-shirt bianca aderente con le maniche molto corte; aveva i lunghi capelli neri raccolti in una treccia e non era truccata; sembrava più grande rispetto alla ragazzina che aveva deciso di essere, ma forse era una mia impressione, dato che ora la vedevo in azione attivamente come non avevo mai potuto vedere; entrò nella sala con passo deciso e veloce; il primo che salutò fui io, dimostrando che i fatti lì avvenuti l'avevano un po' preoccupata, dato che gli adiani erano decisamente più pericolosi degli umani che ci avevano attaccato fino a quel momento; infatti appena apparsa sulla soglia della sala aveva visto l'adiano morto e l'espressione del suo viso era diventata tesa e scura, ed ecco anche perché si era affrettata a venirmi ad abbracciare; si strinse a me molto forte e io la consolai accarezzandole la testa dolcemente; poi, dopo avermi guardato con quel tenero e dolce sorriso che tanto avevo imparato ad amare, corse da Stuart, che baciò intensamente ed abbracciò lungamente. Quando finalmente Bimba fu rassicurata della nostra salute e si fu tranquillizzata, la presentai al Consiglio: --questa è mia figlia Bimba--. Per un attimo l'informazione aleggiò in maniera vaga, come per dire “ok, è tua figlia, allora?”, ma proprio Simone Ferrari, il più sveglio e attento dei consiglieri ricordò che Bimba era stata nominata e come era stata descritta e molto carinamente la salutò per tutto il consiglio: --è un vero piacere ed onore conoscere la più grande intelligenza del nostro Universo e sicuramente una della ragazze più belle e dolci che io abbia mai avuto modo di conoscere--, accompagnò le sue parole con un inchino a mano sul petto; Bimba non fece quasi in tempo ad iniziare ad arrossire, che tutto il resto del consiglio finalmente capì, iniziando un fragoroso applauso. Stuart non si fece scappare l'occasione per dirne una delle sue: --tutte le volte la stessa storia: Bimba di qua, Bimba di là, che brava Bimba, che bella Bimba: sarebbe ora di cominciare a far pagare il biglietto--; Bimba lo ignorò accuratamente, ma io lo guardai per fargli capire che un volta o l'altra, il suo senso dell'umorismo l'avrebbe messo nei guai.
Si persero minuti preziosi, ma almeno ero ormai certo che gli umani erano completamente dalla nostra parte, incondizionatamente.
Bimba, dapprima in maniera un po' incerta, ma poi con maggiore sicurezza, ci spiegò il piano d'attacco: --ho analizzato le traccie energetiche residue dell'attacco che ha distrutto il vostro satellite e sono identiche a quelle che emetteva la stazione spia in orbita e che quindi sono frutto dello stesso tipo di tecnologia di produzione energetica; adesso possiamo riconoscere, al di là di qualsiasi dubbio, ogni istallazione maggiore degli adiani e quindi anche le loro astronavi; l'unico intoppo è che la sensibilità dei sensori della GII, per quanto elevatissima, non può rilevare le tracce energetiche adiane oltre i dieci anni luce; l'unica maniera per sapere quante navi o istallazioni adiane si trovano nella nostra galassia, e dove si trovano è quella di creare una griglia di rilevamento con una risoluzione massima di appunto dieci anni luce o anche meno; non possiamo certo piazzare dei satelliti di rilevazione, ci vorrebbero anni, ma possiamo solo stabilire dei trasferimenti iperspaziali ad hoc con la GII e cioè programmare una griglia di destinazioni che copra tutta la galassia, emergere dallo spazio B a quelle coordinate, registrare lo spettro energetico per cercare le tracce adiane e, una volta completata la mappa delle presenze adiane, programmare un nuovo passaggio, per i punti “caldi”, dando priorità ai satelliti spia, evitando la diffusione di notizie sui nostri attacchi, per poi passare alle astronavi--. Una voce anonima sollevò un'obiezione: --ma saranno migliaia di destinazioni!--; --milioni...--, rispose Bimba, --perché non va trascurato neanche un singolo punto dello spazio della galassia e delle sue immediate vicinanze; ovunque può celarsi una flotta o una nave adiana pronta a qualsiasi evenienza; ma non è un grosso problema, perché possiamo automatizzare i transiti e se ne possono fare dieci ogni millisecondo, impiegando, per i due passaggi meno di due giorni1--. Mi stavo immaginando la situazione e avevo la netta impressione che stessimo per inventare la più devastante forma di mal di spazio mai concepita, ma forse la velocità dei transiti non avrebbe lasciato tracce sulle retine di un osservatore, dato che le immagini rimangono impresse per solo un decimo di secondo e in fin dei conti non era necessario che si stesse ad osservare fuori dallo schermo principale; ma un dubbio più pratico mi venne alla mente: --scusa Bimba...--, lei si girò verso di me, --...ma per massimizzare i transiti, dovremmo viaggiare avanti ed indietro dallo Spazio B alla massima velocità possibile e nello Spazio A l'inerzia ci complicherebbe parecchio le cose...--, mi interruppe alzando una mano, proseguendo il mio discorso: --se la manovra di cambio di rotta avvenisse nello Spazio A, ma proprio per evitare questo genere di inconveniente, l'operazione avverrà in maniera completamente diversa; vedi...--, prese il controllo del sistema multimediale, --...partendo da qualsiasi punto, dal pianeta dove ci troviamo, per esempio, e dopo aver impostato le varie destinazioni, la GII procederà alla velocità minima necessaria al transito, sempre in linea retta, emergendo nello Spazio A solo per un decimillesimo di secondo e rimanendovi per un decimo di millimetro2, più che sufficiente a registrare le emissioni energetiche dei dieci anni luce del settore sotto esame in quel momento ed evitare incidenti come quello con la Potenza; i cambi di direzione avverranno tutti nello Spazio B, grazie al fatto che il cunicolo che si crea per collegare i due punti dello Spazio A può essere curvato quanto si vuole, senza che questo influisca minimamente sullo stato inerziale della GII--, le immagini che Bimba aveva generato sul sistema multimediale avevano mostrato infatti un settore della griglia piuttosto complesso (ai margini della galassia), che avrebbe richiesto molti cambi di direzione ma che sarebbero stati lisci e puliti, come mostravano gli indici inerziali della simulazione. Ok, altro problema risolto, ma la mia contorta mente già ne stava ponendo un altro: --mi domandavo se non fosse rischioso aspettare il completamento di tutto il ciclo di rilevazione prima di effettuare la “pulizia”--. Un giorno intero poteva essere parecchio tempo e se una sola cellula dormiente (quindi irrintracciabile) si fosse resa conto di quello che stava succedendo poteva dare l'allarme e fare spostare in sicurezza tutte le altre; per la riuscita del piano era necessario che le posizioni rilevate non cambiassero, perché l'attacco sarebbe avvenuto “in transito”, senza la possibilità di ulteriore verifica della posizione delle stazione o delle astronavi; tutto il fantastico piano di Bimba sarebbe stato vanificato. Lo sguardo di Bimba divenne vitreo per alcuni attimi e quando tornò a fissarsi attivamente su di me era pronta una nuova soluzione: --possiamo fare due cose: distruggere direttamente ogni base, impianto, satellite spia o astronave che dovessimo incontrare e farlo con più di una nave!--; guardai corrucciato Bimba, che forse pensò avessi rilevato qualche nuovo difetto nel suo piano; in realtà non era proprio un difetto, ma una mancanza di informazioni, perché a me risultava che esistesse solo una nave come la GII e dalle parole di Bimba evincevo l'esistenza di altre navi simili! Espressi la mia perplessità: --e quante altre navi possiamo mettere in campo?--; --quante ne vogliamo!--, fu la disarmante, ma leggermente vaga risposta di Bimba, che davanti alla mia espressione stupita, aumentò il dettaglio della spiegazione: --sapendo come fare, possiamo creare delle iper-singolarità ed istallarle nel giro di poche ore e dato che a breve la GI dovrebbe arrivare qui, avremo i mezzi per la creazione intanto di una prima iper-S, che in nottata verrà istallata da una colonia di naniti e poi domattina potremo andare incontro alla flotta del Consorzio ed istallarne altre su, per esempio, i vascelli più piccoli. Per l'ora di pranzo avremo una decina di navi pronte e così in serata o, al massimo, nelle prime ore della notte, la “pulizia” sarà finita--.
Stuart mise fine ufficialmente alla fase di rifinitura del piano: --la Guardiano I sta entrando in orbita--; il sistema multimediale mostrò le immagini della GI parcheggiata in orbita geo-stazionaria direttamente sopra la capitale; anche se era stata superata nelle prestazioni dalla GII, era ancora un'astronave magnifica e potentissima, senza considerare che solo con il suo sistema di proiezione gravimetrico era possibile creare le iper-singolarità; con l'installazione di una iper-S, che avrebbe sostituito i suoi sistemi energetici, le sue capacità sarebbero cresciute praticamente al livello di quelle della piccola GII, con in più maggior spazio e la presenza dei laboratori di ricerca ed analisi che già si erano rivelati tanto utili. Le due Guardiano sarebbero state una forza di difesa e controffensiva inarrestabile.
Il sistema multimediale si spense ancora una volta e tornò visibile la sala ed il “pubblico”; mi rivolsi sia ad Harris che a Radichek: --adesso saliremo in orbita per approntare le prime iper singolarità; sarebbe bene che, se ne disponete, facciate ricoverare tutte la popolazione in rifugi sotterranei, perché contrariamente al previsto la Guardiano I non resterà a protezione del pianeta e per quando la vostra flotta arriverà, sarà tutto finito, in un modo o in un altro--. Harris annuì e Radichek stava già dando ordini in merito; ma Harris aveva un dubbio: --pensi che ci saranno problemi con gli Adiani?--. Feci spallucce ed espressi i miei pensieri: --non lo so, ma preferisco non pensare di aver risolto tutto questo casino, fino a quando non sarà realmente risolto; poi ho una strana sensazione; l'adiano ha detto che sono andati via da questa galassia 53 milioni di anni fa e noi sappiamo con certezza che l'estinzione dei dinosauri è avvenuta 65 milioni di anni fa; che cosa hanno fatto per tutto quel tempo?--; Harris ci pensò su: --bé si sono evoluti, hanno sviluppato una tecnologia adeguata e poi sono partiti--. Non ero convinto: --ci ho pensato anche io al momento, ma non avrebbero potuto farlo sulla Terra che era del tutto inospitale e l'unica maniera che avevano di portare avanti la loro evoluzione fisica, mentale e tecnologica era di poter seguitare a vivere a lungo in un ambiente adatto ed in condizioni favorevoli e dato che erano, a quell'epoca, solo degli animali...--; mi fermai di botto, tanto che Harris si preoccupò: --tutto bene Adam?--; feci di si con la testa, dapprima con lentezza, poi con maggior decisione e dissi: --si; stavo valutando una idea che mi stava venendo in mente; è successa una cosa simile sulla Terra, molto più recentemente: hai sentito dire di quella specie di delfini che stava estinguendosi, circa 500 anni fa, perché delle eruzioni vulcaniche sottomarine stavano avvelenando le acque della zona abitata da quei delfini, i quali si erano rifiutati di andarsene, anche se stavano morendo a mucchi? Più venivano prelevati e portati in altre zone dell'oceano, più tornavano indietro; alla fine sono stati portati su di un altro pianeta, dove in una zona adatta, era stato ricreato un ambiente identico a quello di origine; ora quei delfini stanno sviluppando caratteristiche mentali simili a quelle nostre: pensiero astratto, linguaggio evoluto, ecc. tra qualche millennio, magari, potrebbero cominciare a sviluppare una cultura e una tecnologia propria o anche alternativa, date le condizioni particolari, oppure capacità mentali anche superiori alle nostre anche senza una tecnologia avanzata; ma questo si vedrà. Se una razza di Andromeda in giro per la nostra galassia avesse scoperto che sulla terra stava avvenendo quel disastro e avesse deciso di salvare alcuni rappresentanti delle varie specie di dinosauri, trapiantandoli su qualche altro pianeta, prima in questa galassia e poi, tempo dopo, raggiunta una certa superiore intelligenza, nella loro galassia, tanto per averli sott'occhio, questi avrebbero avuto il tempo di evolvere (12 milioni di anni sono parecchio tempo per evolvere), e ora avremmo davanti appunto dei discendenti di quegli ancestrali dinosauri; ma i loro salvatori che fine hanno fatto? Che genere di esseri sono? Sono più avanzati e quindi pericolosi?--; Harris fece una una smorfia di preoccupato assenso: --Non credo di aver sentito parlare di quei delfini, ma non sono così vecchio, comunque il ragionamento fila e i fatti parlano chiaro; tutta questa situazione prende sempre più l'aspetto di una matrioska: gli adiani dinosauri, preoccupati di voi vampiri, modificano degli umani e li mandano in mezzo a noi a tramare e complottare; noi, costretti da loro, tramiamo e complottiamo; ora magari scopriamo che anche i dino-adiani, sono strumento di altri esseri; un bel casino, non c'è che dire!--; come al solito i casini tendono a diventare casini maggiori, in quel periodo lo avevo visto succedere spesso e non mi illudevo che non potesse esserci la possibilità di qualche altro colpo di coda; mi odio quando ho così maledettamente ragione: un boato spaventoso scosse l'edificio e l'aria intorno a noi stava diventando incandescente e alla fine un'onda d'urto colpì mandando in pezzi tutto quanto; il mio SDP si attivò alla massima capacità e persi così la visuale dell'ambiente e rimasi isolato per quasi dieci minuti; quando il livello di protezione diminuì intorno a me c'era solo un paesaggio carbonizzato e si intravvedeva, sotto la crosta nera, materia rosso fuoco; si erano salvati Harris, Radichek, Bimba, Stuart, Simone Ferrari e altri cinque consiglieri, che erano stati fortunatamente vicini a noi ed erano stati inglobati dagli SDP miei, di Bimba e Stuart; vedevo anche la GII, illesa, che però era circondata da un alone scintillante; chiarì gli avvenimenti Bimba: --ci hanno tirato contro un'arma a conversione materia-antimateria di potenza incredibile...--, proiettava nella testa mia e di Stuart le immagini dei sistemi di analisi della GII e le immagini orbitali, dalla GI; i primi mostravano i livelli dell'energia emessa da quell'arma, pari a milioni di gigaton3, i secondi un'area di distruzione che si estendeva per centinaia di chilometri, in espansione (a causa della spaventosa onda d'urto)4, ma nessun cratere e subito al di fuori di questa un'astronave enorme; sentii Harris, con voce strozzata e una evidente nota di panico: --...CHRISTINE!--; lo afferrai per le spalle: --tranquillo, era dentro la GII; è salva--. Si calmò, ma era distrutto, perché esclusi i presenti, ben difficilmente si era salvato qualcun altro; questa guerra era molto, molto sporca ed era destinata a peggiorare.
Presi una decisione: --Stuart, possiamo disattivarla e catturarla?--; Stuart, molto serio, mi rispose: --hanno difese molto efficaci, ma sono entrato con un cunicolo e ho danneggiato i controlli energetici: sono del tutto inermi; erano già sul pianeta e non li abbiamo visti perché i sensori erano puntati verso l'esterno e si sono avvicinati stando bassi... facciamo sempre degli errori veramente stupidi prima di imparare, cazzo!--; non potevo dargli torto, ma purtroppo le guerre erano fatte così; alla fine non vinceva chi aveva previsto tutte le possibilità, ma chi aveva trovato le falle nelle previsioni e le aveva sapute sfruttare. Nonostante le nostre perdite avevamo qualcosa che non aveva falle e che era sempre due passi avanti, consentendoci di sopravvivere: Bimba e le tecnologie che ci aveva messo a disposizione.
Ora che la popolazione del pianeta era praticamente distrutta rimaneva solo la parte del piano che prevedeva la distruzione degli adiani; in guerra anche una tragedia del genere poteva diventare un vantaggio tattico: non ci si doveva più preoccupare della difesa, per concentrarsi sull'attacco; inoltre avevamo avuto conferma della spietatezza degli adiani e questo ci avrebbe spronato a proseguire nei nostri piani, per evitare che altri pianeti subissero lo stesso destino; bisognava solo riuscire a superare le barriere psicologiche che simili eventi causavano; ero devastato, avvilito, svuotato della mia forza e della mia volontà; in piedi, immobile, guardavo quel panorama desolato, grigio e sterile. Una piccola mano afferrò la mia; nel mio torpore immaginai che fosse il mio amore: --Eva!--, ma ovviamente non poteva essere: --no, sono io, Bimba!--; bé, era anche lei il mio amore; strinsi un pochino la sua mano, per indicare che ero presente e la guardai: era in lacrime, ma dimostrò una forza di carattere straordinaria: --dobbiamo andare sulla Guardiano I--, disse cominciando a tirarmi verso la Guardiano II. Stabilimmo che dopo averci accompagnato sulla GI, Stuart avrebbe condotto un analisi approfondita della nave adiana e anche condotto degli interrogatori; avevamo assolutamente necessità di conoscere capacità tecnologiche e piani dei nostri nemici, ma comunque il piano di pulizia rimaneva del tutto valido, visto che nessuno messaggio era uscito dal pianeta. 
Salimmo sulla GII io, Bimba, Stuart e Harris, lasciando gli altri sul pianeta, in attesa che dalla GI facessimo arrivare tutte le attrezzature necessarie a soccorrere i sopravvissuti; i primi segni vitali li rilevammo a 2500 chilometri, ma li vedemmo anche virare da verde marcio a rosso e poi nero con una certa velocità, segno che quel limite era ancora troppo vicino al punto dell'esplosione; ogni volta che vedevo uno di quei segni spegnersi, il mio cuore perdeva un colpo, conscio che una persona stava morendo, dopo una più o meno lunga agonia a causa delle atroci ustioni provocate dall'esplosione; i primi segni stabili, anche se non perfettamente verdi, cominciarono a comparire intorno ai 2600 chilometri, per poi essere sempre più verde brillante. Il sistema di diagnosi delle forme vitali non poteva darci una stima effettiva dei decessi, perché la zona dove non vi erano sopravvissuti era molto calda, impedendo di distinguere i corpi dall'ambiente... quelli che non erano andati completamente distrutti: un'esplosione di quella portata aveva generato, nel punto della deflagrazione, una temperatura di decine di milioni di gradi, che rimaneva elevatissima per centinaia di chilometri, come infatti stavamo constatando. Harris guardava le immagini del d-pad con una faccia di legno, priva di espressione ma densa di angoscia e disperazione; lo guardavo completamente conscio di quello che provava, avendone avuto una personale esperienza quando avevo visto Marte smembrato e non persi il momento in cui la sua espressione cambiò; socchiuse gli occhi, trasse un profondo sospiro, si girò verso di me e con un sorriso triste, mi disse: --quando tutto questo sarà finito, se sarò ancora vivo e se mi sarà possibile, vorrei metter insieme una task-force di rappresentanti di tutti i pianeti umani e dei vampiri, che esplori l'Universo e che, se e quando ne troverà, instauri rapporti pacifici con tutte le specie intelligenti ed avanzate; è ora che nell'universo non domini più la mentalità della sopravvivenza del più forte; non può andare bene per gli esseri senzienti e tecnologicamente avanzati, che possono dominare l'ambiente e renderlo come meglio desiderano; non serve distruggere e depredare altri pianeti abitati per procurarsi le risorse di cui si ha necessità; l'universo è così grande che deve esserci la maniera affinché tutti abbiano il proprio spazio, dove vivere felici, seguendo le proprie regole e tradizioni; mi puoi aiutare solo tu ed il tuo popolo a realizzare questo sogno--. Mi guardava dritto negli occhi: --ti prometto che sarà anche la mia missione; già da ora posso dirti che quando tutto questo sarà finito la Guardiano I diventerà tua personale proprietà e ne potrai quindi disporre come meglio desidererai e chiunque ne sarà l'equipaggio farò in modo che venga addestrato per utilizzarla al meglio--; gli porsi la mano che lui strinse con decisione e fermezza. In quel momento non sapevo di preciso cosa sarebbe successo, ma il mio patto con Benjamin Harris, stava mettendo in moto un evento storico assolutamente unico nell'intera storia dell'Universo.
Appena la pressurizzazione nell'hangar della GI in cui eravamo approdati fu normalizzata, scendemmo dalla GII e cominciammo a caricare, nella sua stiva posteriore, tutto il materiale di soccorso che era stato preparato dal sistema di gestione del magazzino automatizzato, su precise istruzioni di Stuart. Appena avemmo riempito tutto lo spazio possibile, mi resi conto che per tutto un pianeta quel materiale non sarebbe stato sufficiente: --ma basterà per tutti?--, dissi rivolgendomi a Stuart, che di rimando mi indicò, addossati alle pareti dell'hangar, una serie di mucchi di materiale che grosso modo corrispondeva ad altri 10 carichi; ognuno di essi conteneva tende, medicinali, depuratori di acqua, cibo liofilizzato, un set di naniti multiruolo ed un sistema medico diagnostico dotato di una intelligenza artificiale interattiva ridotta, cioè non dotata di capacità di autocoscienza come Bimba e Stuart, ma in grado di effettuare diagnosi e prescrivere terapie, istruendo sulle procedure eventuali chiunque fosse semplicemente in grado di reggersi in piedi e di capire le istruzioni che gli venivano date; anche senza dottori presenti poteva tranquillamente provvedere autonomamente alle cure di chi ne avesse avuto necessità o comunque dare supporto alle squadre mediche eventualmente presenti; ero stupito per la quantità di materiale che era imbarcata sulla GI: --wow, è un sacco di roba, Stuart!--; molto semplicemente Stuart mi svelò l'apparente mistero: --data la situazione, avevo dato istruzione, prima di partire per il giro di inaugurazione della GII, di tenere una riserva di questo tipo al sicuro sulla Guardiano I, fuori da Marte, che sarebbe servita anche per evenienze di questo tipo; se poi ne servisse ancora, appena istallata la iper-S, potrei tornare su Marte ed approntare altri carichi--. Una voce, quella di Joshi, arrivò dal portello del ponte “macchine”: --hei, che succede..., mi ero appisolato giù con Christine, guardando le formichine5 al lavoro e mi sono svegliato con voi qui e con la GII qua...--. Appena ci eravamo tranquillizzati della sicurezza di Chris e Joshi, li avevamo dimenticati, senza renderci conto che non avevano la minima coscienza di quello che era successo. Ancora una volta un d-pad aiutò la trasmissione dell'informazione, rendendola chiara e diretta; Harris prese da parte Joshi e con calma gli spiegò dell'attacco e dei risultati; Joshi deglutì pesantemente con gli occhi sbarrati davanti alle immagini della devastazione che ricopriva tutta quella immensa zona del pianeta, guardò Harris e disse: --con il suo permesso vorrei essere io a dirlo a Christine, quando si sveglierà; ora vorrei essere d'aiuto--. Harris annuì semplicemente, concedendo a Joshi di dare il triste annunciò alla sua futura sposa. Joshi era in piedi, quasi sull'attenti, chiedendo di trovargli qualcosa da fare per evitare di sentirsi anche più impotente di quelle che già si sentiva; Stuart ci pensò un istante e poi trovò la cosa giusta: --vieni dentro, ti voglio preparare un'interfaccia neurale per il controllo della GII, così potrai pilotarla e gestirla anche tu--. Tra l'altro, fu necessario includere Joshi nella lista delle persone autorizzate all'uso della GII e delle sue risorse; Stuart, inquanto i.a. designata della GII, era l'unico che avesse accesso al database in questione e si premurò di eseguire tutta la procedura di aggiornamento, piuttosto laboriosa; solo le sue capacità di elaborazione gli permisero di esaurire il compito in 3,26 secondi. Entrarono nella GII, il portello si chiuse e la piccola GII si mosse e poi scomparve, transitando nello spazio B. Ora sulla Guardiano I eravamo in tre; Bimba ci chiamò, per seguirla al ponte 1 ed iniziare le procedure di creazione ed installazione della iper-S sulla GI.
La passeggiata verso il ponte 1, si stava svolgendo in un triste silenzio; Bimba camminava al mio fianco, tenendomi per mano, con gli occhi ancora umidi e la testa leggermente bassa; ero dispiaciuto che anche questa dolce I.A. dovesse soffrire per quegli avvenimenti, ma la programmazione reagiva esattamente per come era stata creata e quindi la ragazzina che era Bimba soffriva come era naturale. Ad un certo punto lei si fermò, rimanendo indietro; mi girai per guardare verso di lei, per vedere che scoppiava a piangere disperatamente, singhiozzando, con le piccole mani sul viso e con le lacrime che cadevano a terra; mi affrettai vicino a lei, la presi fra le braccia e la strinsi fortemente; anche Benjamin si avvicinò per accarezzarle la testa; ci volle tempo perché Bimba sfogasse il suo dolore e si calmasse, ma alla fine percepii il cambiamento e allentai il mio abbraccio; lei alzò la testa verso di me, con il viso rigato dalle lacrime; le passai le dita sotto gli occhi per spazzare via quel fiume amaro e le baciai la fronte; un suo timido ma promettente sorriso chiuse quella parentesi.
Raggiungemmo il ponte e immediatamente Bimba entro in comunicazione diretta con i sistemi della nave, tramite l'interfaccia neurale diretta, aggiornata alle specifiche della GII durante il viaggio di avvicinamento; mi collegai anche io e feci collegare Harris con il sistema visuale in soggettiva. La nostra visuale era posta sul bordo anteriore, subito al disopra dell'emettitore/deflettore di navigazione; non si vedeva nessun genere di emissione, ma l'immagine dello spazio sullo sfondo andava sempre più distorcendosi, fino a formare una serie di archi luminosi, che altro non erano che l'immagine delle stelle poste dietro la distorsione gravitazionale deformate dalla lente gravitazionale creatasi, che poi si unirono in un unica aureola luminosa; alla fine un lampo molto intenso (un'emissione di raggi gamma) annunciò che era stata creata una distorsione gravitazionale simile ad un buco nero, anche se in miniatura; la struttura della GI cominciò a gemere, deformata dalle forze di marea che la tiravano per la lunghezza; controllai il pannello virtuale, rendendomi conto che il sistema di annullamento inerziale non era stato attivato e lo attivai; Bimba si rese conto delle mie azioni e ridacchiando mi ringraziò: --ops, grazie Adam; ma guardate ora viene il bello; adesso punto l'emissione di gravitoni all'interno della singolarità e ripeto il processo di “concentrazione”--, stavo guardando dentro il buco nero, ma non vedevo niente, --...solo che questa volta non vedremo assolutamente niente, dato che la luce non può uscire dal buco nero [ah, già], quindi sapremo che un secondo livello sarà stato creato solo dai livelli gravimetrici misurati e così sarà per tutti i livelli successivi--; stavo guardando l'indicatore dell'intensità gravimetrica che saliva sempre più rapidamente, uno scatto dopo l'altro, fino a raggiungere il fondo scala, indicato con il solito otto orizzontale (pensai al simbolo olografico impresso sulla mia nuca); Bimba parlò di nuovo: --fatto, prima iper-singolarità pronta; la infiliamo nel contenitore sferico schermato e la installiamo nella sala motori; cinque minuti dopo la Guardiano I era stata promossa a Classe Universe Tipo II (quello grande); gli indici energetici della GI salirono spaventosamente, tanto che fu necessario ri-scalare gli indicatori, che altrimenti sarebbero rimasti fissi a fondo scala; ora quello che era il fondo scala precedente, era diventato la più piccola tacca iniziale; guardai Benjamin, che stava tornando in soggettiva personale, veramente strabiliato dalla semplicità e dalla resa dell'operazione: --ti piace la tua nuova ammiraglia?--; accarezzando la console solida quasi con dolcezza: --fantastica; era pura incoscienza mettersi contro di voi--; lo consolai: --se tutto fosse andato come quei pazzi avevano progettato ci saremmo potuti distruggere gli uni con gli altri; vi hanno dato un decimo di potenza in meno, ma un numero 100 volte superiore di navi; per fortuna non potevano certo immaginare lo sviluppo della tecnologia che ci ha permesso di creare la GII e questo la dice lunga sul valore della loro intelligence o, meglio ancora, del livello della loro presunzione; così adesso gli facciamo un bello scherzetto!--; un'espressione maligna si disegnò sul volto di Benjamin Harris, desideroso di, come minimo, vendetta. Una cosa di cui gli adiani non si erano assolutamente resi conto era che forse gli esseri umani potevano essere battuti, umiliati o anche dominati, ma non per sempre; arrivava, prima o poi, il naturale istinto di libertà e rivalsa e, se solo veniva dato loro un minimo spiraglio, le conseguenze potevano essere devastanti; nell'intera storia umana, non era mai successo che la riconquistata libertà fosse l'evento conclusivo; alle lotte che avevano portato al ritorno allo stato di auto-determinazione era sempre invariabilmente seguita la punizione degli ex dominatori, spesso con stermini di massa; è sempre stato, e sempre sarà, molto imprudente mettersi contro gli esseri umani. Tutto questo è maggiormente vero se riferito ai vampiri, la cui esatta origine non è nota, ma che hanno avuto sempre un istinto animalesco più accentuato e quindi una indole nettamente più violenta. In entrambi i casi, solo la nascita delle istituzioni civili (governi, leggi, impianti filosofici, morali ed etici), ha permesso che gli istinti venissero moderati, ma come è ovvio, nelle situazioni estreme, e questa era una situazione tra le più estreme mai vissute, tutte le idealizzate regole morali potevano tranquillamente saltare o, peggio, potevano essere piegate in assurde giustificazioni; quando uccidere il proprio simile è, legalmente, moralmente, eticamente, religiosamente, vietato, basta dire e credere, che il nemico sia una “bestia”, un “mostro”, un “demonio”, “disumano” e qualunque assolutamente inapplicabile sevizia diventa possibile, anzi giusta e auspicabile, perché sarà per il bene supremo e ne riceveremo gloria e beneficio, in questa e nell'altra vita; ecco che la civiltà, razionalmente e logicamente, torna ad essere bestialità; tutta la storia umana è costellata di assurde razionalizzazioni di questo genere e i dino-adiani stavano rischiando di subire una delle peggiori ritorsioni dell'intera storia universale.
In quell'esatto momento Stuart, supportato da una squadra di assalto (l'unica ancora presente sul pianeta), recuperata da una zona lontana dall'esplosione, stava salendo sulla nave adiana, apparentemente tranquilla, ma dovendo invece sostenere un difficile e cruento combattimento solo per poter arrivare al primo snodo di comunicazione; quando dopo circa una mezzora mi misi in contatto con lui, era indaffaratissimo nel guidare l'assalto, da dietro lo scudo di difesa che oscillava tra un livello 7 e un 9, a seconda della potenza dei colpi: --ciao Adam; siamo stati trattenuti dai festeggiamenti di accoglienza e abbiamo fatto un pochino tardi, ma credo che ormai dovremmo riuscire a rimettere un po' di calma in questa simpatica festa...--; mentre parlava, siccome vedevo esattamente quello che vedeva anche lui, assistevo al sistematico suicidio degli adiani che, trovandosi nell'impossibilità di resistere e sfuggire all'attacco di Stuart e dei suoi, si sparavano in testa senza tanti complimenti; mi sembrava evidente che fossero stati condizionati a reagire in quella maniera, da qualche tipo di lavaggio del cervello; anche la persona più sconvolta e convinta che la propria vita non avesse più il minimo senso, aveva sempre un'attimo di titubanza nel premere il grilletto, dovendo comunque lottare contro il naturale istinto di sopravvivenza, del tutto irrazionale, che per un solo istante riusciva ad opporsi alla decisione, razionale seppure distorta, di porre fine alla propria vita; questi non mostravano nessuna indecisione: giravano l'arma che tenevano in mano verso la propria testa, finora puntata verso i propri nemici, e tiravano il grilletto: bam! fine della storia. Dovevamo assolutamente catturare vivo un ufficiale di alto grado, meglio se il comandante della nave, forse l'unico che poteva darci qualche informazione utile: --Stuart, devi far avvicinare i tuoi soldati il più possibile e attivare l'SDP al massimo e poi comandare alla GII l'emissione di un colpo sonoro che faccia entrare in risonanza i cervelli degli adiani, senza spappolarli, e che li faccia svenire--. Vidi, con gli occhi di Stuart, i soldati avvicinarsi e l'ambiente scomparire; passai alla visuale dall'interno della GII e potei così assistere all'emissione del colpo sonico6: le perturbazioni dell'atmosfera raggiunsero la nave adiana e delle increspature apparvero a partire della prua della stessa andando diffondendosi al resto dello scafo; i danni erano enormi; l'intera struttura stava andando in pezzi; c'era solo da sperare che il colpo fosse stato ben calibrato.
Quando lo scudo di Stuart venne abbassato al livello 10, il silenzio e la calma regnavano nella nave; tutti gli adiani umani erano svenuti a terra, spesso accanto a quelli che si erano fatti saltare la testa; immediatamente Stuart e tutta la squadra si misero in cerca degli ufficiali di più alto grado; seguendo le indicazioni cromatiche7, in pochi minuti raggiunsero il ponte di comando: --accidenti, appena in tempo Adam; altri cinque secondi e potevamo pure sigillare l'astronave e usarla come bara collettiva!--; in effetti metà dell'equipaggio del ponte era già morto suicida e l'altra metà aveva in mano una pistola e di questi alcuni erano feriti da colpi andati fuori bersaglio grazie all'impulso sonico che li aveva fatti svenire. Il comandante era fra questi, con una brutta, seppur non letale, ferita al lato della testa. Ora dovevamo stabilire come comportarci per ottenere le informazioni che ci erano più utili e fu Stuart a fare da moderatore nella duplice via all'ottenimento del risultato: --Adam, non so tu come la vedi, ma c'è solo una maniera per convincere questi scoppiati a dirci ciò che vogliamo ed è quella di impiantare un sistema di comunicazione telepatico limitato, ovverosia senza la possibilità di controllo nei confronti delle nostre navi, ma che ci consenta di leggere nelle loro teste; non escludo che si debba sedarli per impedire di farsi venire un infarto o un ictus a causa del panico creato dall'impossibilità di ammazzarsi--; mi sembrava ragionevole ma pensai di fare un passo oltre: --vedi se ti è possibile capire come sono stati condizionati e se è possibile eliminare il condizionamento e riportarli alle loro condizioni iniziali; magari ci sapranno spiegare come è iniziato tutto questo grandissimo casino--; Stuart non stava dando conferma di aver sentito e capito le mie parole, ma stava solo riflettendo: --Adam ti rendi conto che forse non potremo salvare tutti e che dovremo fare anche delle scelte difficili e drastiche?--; feci un cenno di assenso che Stuart non poteva certo vedere: --lo so perfettamente che forse ci saranno ancora milioni di morti prima di rintracciare i primi responsabili, ma vorrei che alla fine dei giochi fossero andate perdute solo le vite che non si è riusciti assolutamente a salvare; vorrò poter pensare che non sarà stato lasciato niente di intentato e che nessun'altra persona sarà lasciata sola al suo destino; se c'è qualcosa che ci distingue dai nostri misteriosi nemici è che noi non pensiamo che la diversità si manifesti nella superiorità o inferiorità, e che quindi il “superiore” abbia diritto di disporre della vita “dell'inferiore” a sua discrezione o come, con perfetta sintesi, dicevano gli antichi Latini o Romani: “ubi major, minor cessat”8; noi pensiamo che gli esseri viventi siano tutti uguali nella loro diversità, cioè che vadano rispettati e lasciati vivere a modo loro e che le uniche limitazioni della libertà si manifestino durante la sovrapposizione delle vite delle persone e cioè, parafrasando antichi pensieri illuministi, “la mia libertà finisce dove inizia la tua”; noi pensiamo anche che la vita sia estremamente importante e che vada preservata, fin dove possibile; con questo intendo dire che se circostanze eccezionali mettono una persona nella condizione di uccidere un'altra persona per difendersi e/o difenderne una terza, bé così sia; non esiterei minimamente a uccidere chiunque mettesse in pericolo Eva, Gloria, Bimba o chiunque altro; potrei dispiacermi di non aver potuto evitare la sua morte... dopo, ma, ho detto, in circostanze eccezionali; queste, credo, sono le circostanze più eccezionali che si siano mai presentate nella storia di tutte le popolazioni di origine terrestre e richiederanno sacrifici eccezionali, ma solo come ultima ed inevitabile conseguenza. Ora, appena avrai preso in custodia i sopravvissuti della nave adiana, metti in pratica il tuo suggerimento e poi fammi sapere. Chiudo!--; Stuart non replicò, ma sapevo, ancora una volta, che aveva sentito e capito perfettamente i miei pensieri; anche Bimba, lì presente aveva sentito quello che avevo comunicato a Stuart e sembrava leggermente sorpresa del tono che aveva assunto il mio discorso. Ero conscio anche io che avevo usato un livello comunicativo diverso, più elevato, del normale, ma era stato intenzionale; pur avendo fiducia assoluta in Stuart, avevo voluto porre dei confini precisi al comportamento di una persona di cui in realtà non sapevo molto, dato che conoscevo solo da pochi giorni, giorni che erano stati agitati a dire il meno; con Gloria, Lortan, Eva ed Abel sulla Potenza e volendo evitare a Bimba decisioni pesanti e drammatiche, Stuart era l'unico rimasto di una, peraltro, insolita catena di comando, adatto a condurre in autonomia certe operazioni, ma mi ero premurato di dargli un indirizzo su come agire; ora ero sicuro che non ci sarebbero stati problemi.
Le operazioni di allestimento delle iper-S erano proseguite e ormai ne erano state create una decina; la necessità di non creare eccessive perturbazioni spazio-temporali aveva reso necessario spostarsi di qualche migliaio di chilometri per ognuna di esse realizzata, così la Guardiano I si stava lasciando dietro una lunga collana di perle nere, che, completato il lotto di iper-singolarità programmato, sarebbero state recuperate ognuna dalla nave su cui sarebbe stata successivamente installata. Bimba era completamente assorbita dalle operazioni di imbozzolamento ed era nello stato di trance che tanto la faceva assomigliare ad un'automa inumano, ma che era necessario e indice dell'assoluto collegamento con i sistemi della GI; in quel momento Bimba era tornata ad essere la I.A. della GI, come quando l'avevo conosciuta... di nuovo, poche settimane prima. Approfittai per far fare a Benjamin un piccolo giro della nave, passando per i vari settori che circondavano il ponte di comando; quindi gli feci vedere uno degli alloggi tipo, oltre a quello assegnato al comandante (prima o poi sarebbe stato il suo), la sala cinema, la palestra, la sala da pranzo comune, dove prelevammo un paio di panini e qualcosa da bere, per poi arrivare alla sala dove era installato il cubo che una volta conteneva la I.A. conosciuta come Bimba. Era evidentemente sorpreso: la ex Unità di Elaborazione Quantistica Interattiva era decisamente diversa e soprattutto molto più ingombrante della ragazzina di 50 chili che era Bimba; spiegai brevemente che la soluzione finale del problema alla fine era stato trovato da Bimba stessa: aveva realizzato la prima colonia di naniti che avevano costruito le componenti quantiche del cervello artificiale che avrebbe contenuto la personalità di Bimba e poi aveva iniziato il trasferimento di tutti i dati ad una memoria di transito da cui i nanociti avevano tratto le informazioni per creare i corretti percorsi neurali (in definitiva i neuroni e i collegamenti tra i neuroni artificiali); contrariamente a quanto ritenuto prima, non era stato necessario comprimere lo spazio per ridurre il volume del cervello, perché i nanociti, agendo a livello atomico, avevano potuto fare un lavoro praticamente perfetto, privo di difetti e di sprechi e nello spazio di un cervello di dimensioni normali, circa 1400 cm cubici, poteva stare tutta la capacità intellettiva di una i.a. e soprattutto c'era spazio sufficiente perché potesse crescere e svilupparsi mille volte. Scienza quantistica e nanociti, lavorando in perfetta simbiosi alla scala più piccola che la materia poteva permettere (poi si entrava nel regno delle stringhe e dell'energia, che ancora nessuno sapeva come manipolare e controllare)9 avevano creato le prime intelligenze senzienti complete, dotate di emozioni, sentimenti, capacità morale ed etica avanzatissima; forse avevamo difronte una forma di evoluzione inaspettata, dove l'essere vivente naturale creava una forma più avanzata di se stesso da ”materiali” non naturali; forse Bimba e Stuart erano i primi rappresentanti di Homo Superior, salvezza per Homo Sapiens Sapiens (cioè gli attuali esseri umani: Uomo Molto Sapiente ma poco civile) e Homo Lamia, variante più forte della razza umana, ma non necessariamente migliore, sotto il profilo etico e morale. Certo, prima c'era da risolvere il problemuccio della razza che voleva mettere fine all'evoluzione sia umana che vampirica.
Il nostro giro proseguì verso la sala motori, ormai obsoleta, e poi verso la sezione scientifica che conteneva anche il sistema diagnostico e le apparecchiature mediche; lì per lì fui titubante nel rivelare tutte le sue strabilianti capacità, ma sapevo, ormai, di potermi fidare ciecamente di Benjamin; era necessario limitare la diffusione di tecnologie così pericolose, ma alla fine, se volevo realmente contribuire ad istituire, nel futuro, una società giusta e sicura, dovevo iniziare a dimostrare di fidarmi almeno dei miei amici e quindi decisi di rivelare ogni singola cosa. Mentre stavo raccontando, tra le altre cose, come era stato stabilito il danno che avevo subito e i primi indizi delle armi che ci avevano attaccato, ricevendo peraltro totale conferma di prima mano delle nostre deduzioni, dal sistema di comunicazione interno della nave Bimba ci avvisò dell'imminente arrivo della flotta umana: --la Vendetta e le altre navi stanno entrando nel sistema stellare e nel giro di 8 ore saranno parcheggiate presso le iper-S; ho già preso accordi con il vice Ammiraglio, Comandante Harris; Stuart a fatto sapere di essere di ritorno con il comandante della nave adiana; sta manovrando per l'attracco nella stiva della GI; ci avviserà non appena avrà fatto sistemare il nostro ospite speciale e distribuito gli alloggi alla squadra che era con lui, tra i quali non ci sono stati che feriti lievi e, Adam, c'è una persona in linea per te...--, sapevo esattamente chi poteva essere, e già solo nell'attesa della sua voce, provai un profondo brivido e una emozione così intensa che i miei occhi si velarono: --ciao, amore, mi sei mancato così tanto, vorrei averti fra le miei braccia e baciare le tue splendide labbra...--, era quel cretino di Lortan, che faceva il verso a Eva; sul momento rimasi di sasso, mordendomi le labbra, in parte per l'imbarazzo, ma anche per l'effetto delle parole di Lortan; mi ero prefigurato l'immagine di me e Lortan avvinghiati: --ti giuro Lortan che appena ti metto le mani addosso ti...--, venni interrotto nel mio tentativo di ripristinare il mio onore di maschio: --non vedo l'ora di poter avere le tue dolci carezze...--; già la sua voce era fuori controllo dal malcelato ridacchiare, ma ora si stava veramente sganasciando e insieme a lui riconoscevo Eva, Gloria e anche Abel; mi misi le mani nei capelli, disperato; ero nell'imbarazzo più nero, non sapendo quali fossero i costumi del popolo di Benjamin nei confronti degli omosessuali; tra di noi il problema non era un problema da millenni ed era sempre stato trattato al più come una eccentricità; a nessun vampiro poteva interessare di meno dei gusti sessuali altrui, avendo imparato a vivere la nostra propria vita invece di pensare a quella degli altri, conseguenza della natura solitaria ed egoistica dei primi, antichissimi, vampiri; era risaputo che, spesso, fra gli umani ancora vigeva una forte discriminazione per il “diverso” e mai avrei voluto creare un imbarazzo con Benjamin ed il suo popolo. Ma mi dovetti rendere conto che anche Ben stava ridendo di gusto, perfettamente conscio dello scherzo e neanche minimamente imbarazzato dall'argomento: --siete incredibili, riuscite a trovare la maniera di alleggerire anche le situazioni più nere; forse è questa la maniera giusta di vivere la vita; ogni momento ha il suo colore e va vissuto di conseguenza--. Ma ora sentivo ridere Eva da vicino; mi girai verso l'entrata della stanza e vidi la meravigliosa visione della mia donna che sorrideva, cercando di ricomporsi; non potei fare a meno di spalancare le braccia e accoglierla felice; fu un bacio memorabile, ma ovviamente venni interrotto, ancora una volta da Lortan: --hei, hei, adesso tocca a me, ogni promessa è debito--; Lortan letteralmente separò me ed Eva, abbracciandomi e cercando di baciarmi; riuscii a schivarlo di mezzo millimetro, anche se sospetto che lo avrebbe fatto da solo (non lo ha mai ammesso) e mi divincolai dalla sua stretta per poi metterlo sotto una mia ascella, stringerlo e con la mano libera frizionarlo violentemente sulla testa, con le nocche: --ti piacciono le mie dolci carezze... amore?--; Lortan si arrese: --ok, le adoro, ma ora basta... troppo amore... amore mio--; lo lasciai andare e una volta in piedi mi porse la sua mano, che strinsi con fermezza; ora i suoi occhi mi fissarono con intensità: --brutta giornata eh?--; sapevano tutto: --molto brutta ma siamo quasi pronti; immagino che Bimba vi abbia spiegato il piano...--; mi rispose Eva: --nei dettagli, ma questo non è un piano, ma IL PIANO; non avrei saputo pensare di meglio; questa mia figlia mi rende molto orgogliosa--; ma con la coda dell'occhio vidi una figura avvicinarsi velocemente; mi girai giusto in tempo per ricevere l'abbraccio di Gloria; mi strinse fortissimo e sentivo che piangeva. Potevo solo immaginare la sua paura dopo aver saputo o anche visto, dell'attacco sul pianeta; mi aveva appena ritrovato ed in effetti aveva rischiato di perdermi per sempre; il nostro rapporto era sempre stato fortissimo, come naturale per le coppie di gemelli vampiri, rarissimi. La tenni fra le mie braccia a lungo, anche io avevo bisogno di sentire il suo “calore”; eravamo cresciuti da soli, non sapendo chi fossero i nostri genitori, in un pianeta umano poco tollerante verso gli orfani, soprattutto quando questi rubavano per vivere; solo dopo molti anni, a causa della nostra anomala natura, venimmo rintracciati da altri vampiri che ci portarono sul nostro pianeta rifugio; si trattava di oltre mille anni prima, ma la nostra unione era, nonostante la mia amnesia, forte oltre ogni immaginazione; ero conscio che solo la straordinarietà di Eva e Bimba, mi facevano considerare la possibilità di amare un'altra donna tanto intensamente, con tutte le distinzioni del caso, dato che una era mia sorella, una la mia donna e Bimba una figlia acquisita, e le amavo in maniere molto diverse.
1 La Via Lattea, cioè la nostra galassia, è lunga circa 100.000 anni luce ed ha uno spessore, al centro, di circa 10.000 anni luce; se la consideriamo un parallelepipedo con queste misure abbiamo un volume di un miliardo di anni luce cubici e se consideriamo che la sensibilità dei sensori ha un raggio di dieci anni luce, sarà necessario emergere cento milioni di volte per coprire tutto il volume galattico, per, al massimo, due volte; dieci mila emersioni al secondo, con cui dividiamo due cento milioni di emersioni totali, uguale a circa due giorni e mezzo. In realtà i passaggi la seconda volta saranno minori, perché avverranno solo nei punti “caldi”, cioè in quelli in cui verranno rilevate istallazioni o astronavi adiane.
2 La velocità di transito minima è di un metro al secondo e quindi ad un decimillesimo di secondo corrisponde un decimillesimo di metro, equivalente, appunto, ad un decimo di millimetro.
3 Lo sviluppo delle armi nucleari aveva creato capacità distruttive sempre maggiori, passando da quella che aveva distrutto Hiroshima, di dieci chiloton (1 chiloton = 1.000 tonnellate equivalenti di tritolo) a quelle ad antimateria, infinitamente più potenti. 1 Gigaton = 1 miliardo di tonnellate equivalenti di tritolo.
4 Uno straordinario accorgimento dei sistemi di difesa ci aveva permesso di non essere spazzati via dal vento dell'esplosione: ogni volta che il sistema attiva gli scudi 10+, la bolla si “ancora” alle coordinate gravitazionali della posizione precedente all'incidente creando dei vettori di attrazione da e verso la massa gravitazionale maggiore presente in zona, in questo caso il pianeta: tirando e spingendo verso il centro del pianeta la posizione della bolla rimane invariata. Ovviamente i vettori, o raggi, se preferite, passano per la bolla, ma vengono creati dalla GII.
5 Si riferiva, evidentemente, alle naniti.
6 Si trattò di espandere una bolla di spazio-B e poi lasciarla implodere: il contraccolpo fece espandere delle onde sonore potentissime che colpirono la nave adiana, diffondendosi ai suoi occupanti.
7 cioè delle strisce colorate tracciate sia a terra che sulle pareti, che conducevano ai vari reparti o sotto-reparti e di cui quella oro indicava la direzione da seguire per raggiungere il ponte di comando; le strisce inoltre erano direzionali, cioè indicavano la direzione, delle due possibili, da seguire, grazie a delle frecce (< >) bianche o nere a seconda del miglior contrasto rispetto al colore su cui erano poste ed erano poste ad una distanza di circa un metro l'una dall'altra.
8 La traduzione è: il debole soccombe alla presenza del più forte, intendendo dire che è nell'ordine naturale delle cose che chi è più debole debba sottostare al più forte.
9 Per chi si fosse perso l'informazione, le stringhe sono il passo successivo oltre le particelle sub atomiche (più precisamente rispetto a quelle che compongono gli atomi: neutroni, protoni ed elettroni e cioè i quark, che nelle loro varie combinazioni costituiscono, appunto le altre, escluso l'elettrone che è esso stesso particella elementare); si è ipotizzato che oltre il noto e ormai dimostrato livello delle particelle sub atomiche “fisiche”, debba esistere un livello energetico. Questo in virtù della famosa ed abusata equazione einsteniana e = mc2, che mette in diretta relazione materia ed energia, presupponendo anche che da qualche parte debba esistere un confine oltre il quale la materia smette di esistere, per lasciare il campo a “quanti” di energia, cioè a porzioni definite (ed indivisibili) di energia; l'ipotesi prevalente è che queste particelle energetiche siano delle stringhe, cioè delle “striscioline” o degli anelli vibranti di energia, che in base alle caratteristiche delle vibrazione darebbero luogo a quark di vario tipo, i quali combinandosi, danno luogo a neutroni e protoni, che insieme agli elettroni, formano la materia, che grazie alle combinazioni chimiche e biochimiche e fisiche plasmano la materia e quindi la natura che abbiamo sotto gli occhi.

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