Ora
dovevamo sapere come rintracciare tutte le navi adiane per poterle
distruggere prima che potessero fare danni. La soluzione arrivò da
Bimba, che avendo concluso le operazioni preliminari, cioè la
creazione e la programmazione delle naniti necessarie alla
ricostruzione della gambe di Christine, si era messa in moto per
capire come riconoscere la tecnologia adiana e come riuscire a
vederla anche a distanza; non ci impiegò molto a trovare una
soluzione, ma in questo caso decise di venire di persona a spiegarci
il suo piano, quindi lasciò Joshi a vegliare su Christine, sedata
mentre le naniti facevano il loro lavoro e ci raggiunse nella sala
del Consiglio. Quando entrò dalla porta uno stupito silenzio di pura
ammirazione scese fra tutti i presenti, compresi me e Stuart, perché
Bimba, per quanto semplice, era bellissima: scarpe da ginnastica in
tessuto rosse, jeans neri, una cinta rossa (in abbinamento con le
scarpe), una t-shirt bianca aderente con le maniche molto corte;
aveva i lunghi capelli neri raccolti in una treccia e non era
truccata; sembrava più grande rispetto alla ragazzina che aveva
deciso di essere, ma forse era una mia impressione, dato che ora la
vedevo in azione attivamente come non avevo mai potuto vedere; entrò
nella sala con passo deciso e veloce; il primo che salutò fui io,
dimostrando che i fatti lì avvenuti l'avevano un po' preoccupata,
dato che gli adiani erano decisamente più pericolosi degli umani che
ci avevano attaccato fino a quel momento; infatti appena apparsa
sulla soglia della sala aveva visto l'adiano morto e l'espressione
del suo viso era diventata tesa e scura, ed ecco anche perché si era
affrettata a venirmi ad abbracciare; si strinse a me molto forte e io
la consolai accarezzandole la testa dolcemente; poi, dopo avermi
guardato con quel tenero e dolce sorriso che tanto avevo imparato ad
amare, corse da Stuart, che baciò intensamente ed abbracciò
lungamente. Quando finalmente Bimba fu rassicurata della nostra
salute e si fu tranquillizzata, la presentai al Consiglio: --questa è
mia figlia Bimba--. Per un attimo l'informazione aleggiò in maniera
vaga, come per dire “ok, è tua figlia, allora?”, ma proprio
Simone Ferrari, il più sveglio e attento dei consiglieri ricordò
che Bimba era stata nominata e come era stata descritta e molto
carinamente la salutò per tutto il consiglio: --è un vero piacere
ed onore conoscere la più grande intelligenza del nostro
Universo e sicuramente una della ragazze più belle e dolci che io
abbia mai avuto modo di conoscere--, accompagnò le sue parole con un
inchino a mano sul petto; Bimba non fece quasi in tempo ad iniziare
ad arrossire, che tutto il resto del consiglio finalmente capì,
iniziando un fragoroso applauso. Stuart non si fece scappare
l'occasione per dirne una delle sue: --tutte le volte la stessa
storia: Bimba di qua, Bimba di là, che brava Bimba, che bella Bimba:
sarebbe ora di cominciare a far pagare il biglietto--; Bimba lo
ignorò accuratamente, ma io lo guardai per fargli capire che un
volta o l'altra, il suo senso dell'umorismo l'avrebbe messo
nei guai.
Si
persero minuti preziosi, ma almeno ero ormai certo che gli umani
erano completamente dalla nostra parte, incondizionatamente.
Bimba,
dapprima in maniera un po' incerta, ma poi con maggiore sicurezza, ci
spiegò il piano d'attacco: --ho analizzato le traccie energetiche
residue dell'attacco che ha distrutto il vostro satellite e sono
identiche a quelle che emetteva la stazione spia in orbita e che
quindi sono frutto dello stesso tipo di tecnologia di produzione
energetica; adesso possiamo riconoscere, al di là di qualsiasi
dubbio, ogni istallazione maggiore degli adiani e quindi anche le
loro astronavi; l'unico intoppo è che la sensibilità dei sensori
della GII, per quanto elevatissima, non può rilevare le tracce
energetiche adiane oltre i dieci anni luce; l'unica maniera per
sapere quante navi o istallazioni adiane si trovano nella nostra
galassia, e dove si trovano è quella di creare una griglia di
rilevamento con una risoluzione massima di appunto dieci anni luce o
anche meno; non possiamo certo piazzare dei satelliti di rilevazione,
ci vorrebbero anni, ma possiamo solo stabilire dei trasferimenti
iperspaziali ad hoc con la GII e cioè programmare una griglia di
destinazioni che copra tutta la galassia, emergere dallo spazio B a
quelle coordinate, registrare lo spettro energetico per cercare le
tracce adiane e, una volta completata la mappa delle presenze adiane,
programmare un nuovo passaggio, per i punti “caldi”, dando
priorità ai satelliti spia, evitando la diffusione di notizie sui
nostri attacchi, per poi passare alle astronavi--. Una voce anonima
sollevò un'obiezione: --ma saranno migliaia di destinazioni!--;
--milioni...--, rispose Bimba, --perché non va trascurato neanche un
singolo punto dello spazio della galassia e delle sue immediate
vicinanze; ovunque può celarsi una flotta o una nave adiana pronta a
qualsiasi evenienza; ma non è un grosso problema, perché possiamo
automatizzare i transiti e se ne possono fare dieci ogni
millisecondo, impiegando, per i due passaggi meno di due giorni1--.
Mi stavo immaginando la situazione e avevo la netta impressione che
stessimo per inventare la più devastante forma di mal di spazio mai
concepita, ma forse la velocità dei transiti non avrebbe lasciato
tracce sulle retine di un osservatore, dato che le immagini rimangono
impresse per solo un decimo di secondo e in fin dei conti non era
necessario che si stesse ad osservare fuori dallo schermo principale;
ma un dubbio più pratico mi venne alla mente: --scusa Bimba...--,
lei si girò verso di me, --...ma per massimizzare i transiti,
dovremmo viaggiare avanti ed indietro dallo Spazio B alla massima
velocità possibile e nello Spazio A l'inerzia ci complicherebbe
parecchio le cose...--, mi interruppe alzando una mano, proseguendo
il mio discorso: --se la manovra di cambio di rotta avvenisse nello
Spazio A, ma proprio per evitare questo genere di inconveniente,
l'operazione avverrà in maniera completamente diversa; vedi...--,
prese il controllo del sistema multimediale, --...partendo da
qualsiasi punto, dal pianeta dove ci troviamo, per esempio, e dopo
aver impostato le varie destinazioni, la GII procederà alla velocità
minima necessaria al transito, sempre in linea retta, emergendo nello
Spazio A solo per un decimillesimo di secondo e rimanendovi per un
decimo di millimetro2,
più che sufficiente a registrare le emissioni energetiche dei dieci
anni luce del settore sotto esame in quel momento ed evitare
incidenti come quello con la Potenza; i cambi di direzione avverranno
tutti nello Spazio B, grazie al fatto che il cunicolo che si crea per
collegare i due punti dello Spazio A può essere curvato quanto si
vuole, senza che questo influisca minimamente sullo stato inerziale
della GII--, le immagini che Bimba aveva generato sul sistema
multimediale avevano mostrato infatti un settore della griglia
piuttosto complesso (ai margini della galassia), che avrebbe
richiesto molti cambi di direzione ma che sarebbero stati lisci e
puliti, come mostravano gli indici inerziali della simulazione. Ok,
altro problema risolto, ma la mia contorta mente già ne stava
ponendo un altro: --mi domandavo se non fosse rischioso aspettare il
completamento di tutto il ciclo di rilevazione prima di effettuare la
“pulizia”--. Un giorno intero poteva essere parecchio tempo e se
una sola cellula dormiente (quindi irrintracciabile) si fosse resa
conto di quello che stava succedendo poteva dare l'allarme e fare
spostare in sicurezza tutte le altre; per la riuscita del piano era
necessario che le posizioni rilevate non cambiassero, perché
l'attacco sarebbe avvenuto “in transito”, senza la possibilità
di ulteriore verifica della posizione delle stazione o delle
astronavi; tutto il fantastico piano di Bimba sarebbe stato
vanificato. Lo sguardo di Bimba divenne vitreo per alcuni attimi e
quando tornò a fissarsi attivamente su di me era pronta una nuova
soluzione: --possiamo fare due cose: distruggere direttamente ogni
base, impianto, satellite spia o astronave che dovessimo incontrare e
farlo con più di una nave!--; guardai corrucciato Bimba, che forse
pensò avessi rilevato qualche nuovo difetto nel suo piano; in realtà
non era proprio un difetto, ma una mancanza di informazioni, perché
a me risultava che esistesse solo una nave come la GII e dalle parole
di Bimba evincevo l'esistenza di altre navi simili! Espressi
la mia perplessità: --e quante altre navi possiamo mettere in
campo?--; --quante ne vogliamo!--, fu la disarmante, ma leggermente
vaga risposta di Bimba, che davanti alla mia espressione stupita,
aumentò il dettaglio della spiegazione: --sapendo come fare,
possiamo creare delle iper-singolarità ed istallarle nel giro di
poche ore e dato che a breve la GI dovrebbe arrivare qui, avremo i
mezzi per la creazione intanto di una prima iper-S, che in nottata
verrà istallata da una colonia di naniti e poi domattina potremo
andare incontro alla flotta del Consorzio ed istallarne altre su, per
esempio, i vascelli più piccoli. Per l'ora di pranzo avremo una
decina di navi pronte e così in serata o, al massimo, nelle prime
ore della notte, la “pulizia” sarà finita--.
Stuart
mise fine ufficialmente alla fase di rifinitura del piano: --la
Guardiano I sta entrando in orbita--; il sistema multimediale mostrò
le immagini della GI parcheggiata in orbita geo-stazionaria
direttamente sopra la capitale; anche se era stata superata nelle
prestazioni dalla GII, era ancora un'astronave magnifica e
potentissima, senza considerare che solo con il suo sistema di
proiezione gravimetrico era possibile creare le iper-singolarità;
con l'installazione di una iper-S, che avrebbe sostituito i suoi
sistemi energetici, le sue capacità sarebbero cresciute praticamente
al livello di quelle della piccola GII, con in più maggior spazio e
la presenza dei laboratori di ricerca ed analisi che già si erano
rivelati tanto utili. Le due Guardiano sarebbero state una forza di
difesa e controffensiva inarrestabile.
Il
sistema multimediale si spense ancora una volta e tornò visibile la
sala ed il “pubblico”; mi rivolsi sia ad Harris che a Radichek:
--adesso saliremo in orbita per approntare le prime iper singolarità;
sarebbe bene che, se ne disponete, facciate ricoverare tutte la
popolazione in rifugi sotterranei, perché contrariamente al previsto
la Guardiano I non resterà a protezione del pianeta e per quando la
vostra flotta arriverà, sarà tutto finito, in un modo o in un
altro--. Harris annuì e Radichek stava già dando ordini in merito;
ma Harris aveva un dubbio: --pensi che ci saranno problemi con gli
Adiani?--. Feci spallucce ed espressi i miei pensieri: --non lo so,
ma preferisco non pensare di aver risolto tutto questo casino, fino a
quando non sarà realmente risolto; poi ho una strana sensazione;
l'adiano ha detto che sono andati via da questa galassia 53 milioni
di anni fa e noi sappiamo con certezza che l'estinzione dei dinosauri
è avvenuta 65 milioni di anni fa; che cosa hanno fatto per tutto
quel tempo?--; Harris ci pensò su: --bé si sono evoluti, hanno
sviluppato una tecnologia adeguata e poi sono partiti--. Non ero
convinto: --ci ho pensato anche io al momento, ma non avrebbero
potuto farlo sulla Terra che era del tutto inospitale e l'unica
maniera che avevano di portare avanti la loro evoluzione fisica,
mentale e tecnologica era di poter seguitare a vivere a lungo in un
ambiente adatto ed in condizioni favorevoli e dato che erano, a
quell'epoca, solo degli animali...--; mi fermai di botto, tanto che
Harris si preoccupò: --tutto bene Adam?--; feci di si con la testa,
dapprima con lentezza, poi con maggior decisione e dissi: --si; stavo
valutando una idea che mi stava venendo in mente; è successa una
cosa simile sulla Terra, molto più recentemente: hai sentito dire di
quella specie di delfini che stava estinguendosi, circa 500 anni fa,
perché delle eruzioni vulcaniche sottomarine stavano avvelenando le
acque della zona abitata da quei delfini, i quali si erano rifiutati
di andarsene, anche se stavano morendo a mucchi? Più venivano
prelevati e portati in altre zone dell'oceano, più tornavano
indietro; alla fine sono stati portati su di un altro pianeta, dove
in una zona adatta, era stato ricreato un ambiente identico a quello
di origine; ora quei delfini stanno sviluppando caratteristiche
mentali simili a quelle nostre: pensiero astratto, linguaggio
evoluto, ecc. tra qualche millennio, magari, potrebbero cominciare a
sviluppare una cultura e una tecnologia propria o anche alternativa,
date le condizioni particolari, oppure capacità mentali anche
superiori alle nostre anche senza una tecnologia avanzata; ma questo
si vedrà. Se una razza di Andromeda in giro per la nostra galassia
avesse scoperto che sulla terra stava avvenendo quel disastro e
avesse deciso di salvare alcuni rappresentanti delle varie specie di
dinosauri, trapiantandoli su qualche altro pianeta, prima in questa
galassia e poi, tempo dopo, raggiunta una certa superiore
intelligenza, nella loro galassia, tanto per averli sott'occhio,
questi avrebbero avuto il tempo di evolvere (12 milioni di anni sono
parecchio tempo per evolvere), e ora avremmo davanti appunto dei
discendenti di quegli ancestrali dinosauri; ma i loro salvatori che
fine hanno fatto? Che genere di esseri sono? Sono più avanzati e
quindi pericolosi?--; Harris fece una una smorfia di preoccupato
assenso: --Non credo di aver sentito parlare di quei delfini, ma non
sono così vecchio, comunque il ragionamento fila e i fatti parlano
chiaro; tutta questa situazione prende sempre più l'aspetto di una
matrioska: gli adiani dinosauri, preoccupati di voi vampiri,
modificano degli umani e li mandano in mezzo a noi a tramare e
complottare; noi, costretti da loro, tramiamo e complottiamo; ora
magari scopriamo che anche i dino-adiani, sono strumento di altri
esseri; un bel casino, non c'è che dire!--; come al solito i casini
tendono a diventare casini maggiori, in quel periodo lo avevo visto
succedere spesso e non mi illudevo che non potesse esserci la
possibilità di qualche altro colpo di coda; mi odio quando ho così
maledettamente ragione: un boato spaventoso scosse l'edificio e
l'aria intorno a noi stava diventando incandescente e alla fine
un'onda d'urto colpì mandando in pezzi tutto quanto; il mio SDP si
attivò alla massima capacità e persi così la visuale dell'ambiente
e rimasi isolato per quasi dieci minuti; quando il livello di
protezione diminuì intorno a me c'era solo un paesaggio carbonizzato
e si intravvedeva, sotto la crosta nera, materia rosso fuoco; si
erano salvati Harris, Radichek, Bimba, Stuart, Simone Ferrari e altri
cinque consiglieri, che erano stati fortunatamente vicini a noi ed
erano stati inglobati dagli SDP miei, di Bimba e Stuart; vedevo anche
la GII, illesa, che però era circondata da un alone scintillante;
chiarì gli avvenimenti Bimba: --ci hanno tirato contro un'arma a
conversione materia-antimateria di potenza incredibile...--,
proiettava nella testa mia e di Stuart le immagini dei sistemi di
analisi della GII e le immagini orbitali, dalla GI; i primi
mostravano i livelli dell'energia emessa da quell'arma, pari a
milioni di gigaton3,
i secondi un'area di distruzione che si estendeva per centinaia di
chilometri, in espansione (a causa della spaventosa onda d'urto)4,
ma nessun cratere e subito al di fuori di questa un'astronave enorme;
sentii Harris, con voce strozzata e una evidente nota di panico:
--...CHRISTINE!--; lo afferrai per le spalle: --tranquillo, era
dentro la GII; è salva--. Si calmò, ma era distrutto, perché
esclusi i presenti, ben difficilmente si era salvato qualcun altro;
questa guerra era molto, molto sporca ed era destinata a peggiorare.
Presi
una decisione: --Stuart, possiamo disattivarla e catturarla?--;
Stuart, molto serio, mi rispose: --hanno difese molto efficaci, ma
sono entrato con un cunicolo e ho danneggiato i controlli energetici:
sono del tutto inermi; erano già sul pianeta e non li abbiamo visti
perché i sensori erano puntati verso l'esterno e si sono avvicinati
stando bassi... facciamo sempre degli errori veramente stupidi prima
di imparare, cazzo!--; non potevo dargli torto, ma purtroppo le
guerre erano fatte così; alla fine non vinceva chi aveva previsto
tutte le possibilità, ma chi aveva trovato le falle nelle previsioni
e le aveva sapute sfruttare. Nonostante le nostre perdite avevamo
qualcosa che non aveva falle e che era sempre due passi avanti,
consentendoci di sopravvivere: Bimba e le tecnologie che ci aveva
messo a disposizione.
Ora
che la popolazione del pianeta era praticamente distrutta rimaneva
solo la parte del piano che prevedeva la distruzione degli adiani; in
guerra anche una tragedia del genere poteva diventare un vantaggio
tattico: non ci si doveva più preoccupare della difesa, per
concentrarsi sull'attacco; inoltre avevamo avuto conferma della
spietatezza degli adiani e questo ci avrebbe spronato a proseguire
nei nostri piani, per evitare che altri pianeti subissero lo stesso
destino; bisognava solo riuscire a superare le barriere psicologiche
che simili eventi causavano; ero devastato, avvilito, svuotato della
mia forza e della mia volontà; in piedi, immobile, guardavo quel
panorama desolato, grigio e sterile. Una piccola mano afferrò la
mia; nel mio torpore immaginai che fosse il mio amore: --Eva!--, ma
ovviamente non poteva essere: --no, sono io, Bimba!--; bé, era anche
lei il mio amore; strinsi un pochino la sua mano, per indicare che
ero presente e la guardai: era in lacrime, ma dimostrò una forza di
carattere straordinaria: --dobbiamo andare sulla Guardiano I--, disse
cominciando a tirarmi verso la Guardiano II. Stabilimmo che dopo
averci accompagnato sulla GI, Stuart avrebbe condotto un analisi
approfondita della nave adiana e anche condotto degli interrogatori;
avevamo assolutamente necessità di conoscere capacità tecnologiche
e piani dei nostri nemici, ma comunque il piano di pulizia rimaneva
del tutto valido, visto che nessuno messaggio era uscito dal pianeta.
Salimmo
sulla GII io, Bimba, Stuart e Harris, lasciando gli altri sul
pianeta, in attesa che dalla GI facessimo arrivare tutte le
attrezzature necessarie a soccorrere i sopravvissuti; i primi segni
vitali li rilevammo a 2500 chilometri, ma li vedemmo anche virare da
verde marcio a rosso e poi nero con una certa velocità, segno che
quel limite era ancora troppo vicino al punto dell'esplosione; ogni
volta che vedevo uno di quei segni spegnersi, il mio cuore perdeva un
colpo, conscio che una persona stava morendo, dopo una più o meno
lunga agonia a causa delle atroci ustioni provocate dall'esplosione;
i primi segni stabili, anche se non perfettamente verdi, cominciarono
a comparire intorno ai 2600 chilometri, per poi essere sempre più
verde brillante. Il sistema di diagnosi delle forme vitali non poteva
darci una stima effettiva dei decessi, perché la zona dove non vi
erano sopravvissuti era molto calda, impedendo di distinguere i corpi
dall'ambiente... quelli che non erano andati completamente distrutti:
un'esplosione di quella portata aveva generato, nel punto della
deflagrazione, una temperatura di decine di milioni di gradi, che rimaneva
elevatissima per centinaia di chilometri, come infatti stavamo
constatando. Harris guardava le immagini del d-pad con una faccia di
legno, priva di espressione ma densa di angoscia e disperazione; lo
guardavo completamente conscio di quello che provava, avendone avuto
una personale esperienza quando avevo visto Marte smembrato e non
persi il momento in cui la sua espressione cambiò; socchiuse gli
occhi, trasse un profondo sospiro, si girò verso di me e con un
sorriso triste, mi disse: --quando tutto questo sarà finito, se sarò
ancora vivo e se mi sarà possibile, vorrei metter insieme una
task-force di rappresentanti di tutti i pianeti umani e dei vampiri,
che esplori l'Universo e che, se e quando ne troverà, instauri
rapporti pacifici con tutte le specie intelligenti ed avanzate; è
ora che nell'universo non domini più la mentalità della
sopravvivenza del più forte; non può andare bene per gli esseri
senzienti e tecnologicamente avanzati, che possono dominare
l'ambiente e renderlo come meglio desiderano; non serve distruggere e
depredare altri pianeti abitati per procurarsi le risorse di cui si
ha necessità; l'universo è così grande che deve esserci la maniera
affinché tutti abbiano il proprio spazio, dove vivere felici,
seguendo le proprie regole e tradizioni; mi puoi aiutare solo tu ed
il tuo popolo a realizzare questo sogno--. Mi guardava dritto negli
occhi: --ti prometto che sarà anche la mia missione; già da ora
posso dirti che quando tutto questo sarà finito la Guardiano I
diventerà tua personale proprietà e ne potrai quindi disporre come
meglio desidererai e chiunque ne sarà l'equipaggio farò in modo che
venga addestrato per utilizzarla al meglio--; gli porsi la mano che
lui strinse con decisione e fermezza. In quel momento non sapevo di
preciso cosa sarebbe successo, ma il mio patto con Benjamin Harris,
stava mettendo in moto un evento storico assolutamente unico
nell'intera storia dell'Universo.
Appena
la pressurizzazione nell'hangar della GI in cui eravamo approdati fu
normalizzata, scendemmo dalla GII e cominciammo a caricare, nella sua
stiva posteriore, tutto il materiale di soccorso che era stato
preparato dal sistema di gestione del magazzino automatizzato, su
precise istruzioni di Stuart. Appena avemmo riempito tutto lo spazio
possibile, mi resi conto che per tutto un pianeta quel materiale non
sarebbe stato sufficiente: --ma basterà per tutti?--, dissi
rivolgendomi a Stuart, che di rimando mi indicò, addossati alle
pareti dell'hangar, una serie di mucchi di materiale che grosso modo
corrispondeva ad altri 10 carichi; ognuno di essi conteneva tende,
medicinali, depuratori di acqua, cibo liofilizzato, un set di naniti
multiruolo ed un sistema medico diagnostico dotato di una
intelligenza artificiale interattiva ridotta, cioè non dotata di
capacità di autocoscienza come Bimba e Stuart, ma in grado di
effettuare diagnosi e prescrivere terapie, istruendo sulle procedure
eventuali chiunque fosse semplicemente in grado di reggersi in piedi
e di capire le istruzioni che gli venivano date; anche senza dottori
presenti poteva tranquillamente provvedere autonomamente alle cure di
chi ne avesse avuto necessità o comunque dare supporto alle squadre
mediche eventualmente presenti; ero stupito per la quantità di
materiale che era imbarcata sulla GI: --wow, è un sacco di roba,
Stuart!--; molto semplicemente Stuart mi svelò l'apparente mistero:
--data la situazione, avevo dato istruzione, prima di partire per il
giro di inaugurazione della GII, di tenere una riserva di questo tipo
al sicuro sulla Guardiano I, fuori da Marte, che sarebbe servita
anche per evenienze di questo tipo; se poi ne servisse ancora, appena
istallata la iper-S, potrei tornare su Marte ed approntare altri
carichi--. Una voce, quella di Joshi, arrivò dal portello del ponte
“macchine”: --hei, che succede..., mi ero appisolato giù con
Christine, guardando le formichine5
al lavoro e mi sono svegliato con voi qui e con la GII qua...--.
Appena ci eravamo tranquillizzati della sicurezza di Chris e Joshi,
li avevamo dimenticati, senza renderci conto che non avevano la
minima coscienza di quello che era successo. Ancora una volta un
d-pad aiutò la trasmissione dell'informazione, rendendola chiara e
diretta; Harris prese da parte Joshi e con calma gli spiegò
dell'attacco e dei risultati; Joshi deglutì pesantemente con gli
occhi sbarrati davanti alle immagini della devastazione che ricopriva
tutta quella immensa zona del pianeta, guardò Harris e disse: --con il suo
permesso vorrei essere io a dirlo a Christine, quando si sveglierà;
ora vorrei essere d'aiuto--. Harris annuì semplicemente, concedendo
a Joshi di dare il triste annunciò alla sua futura sposa. Joshi era
in piedi, quasi sull'attenti, chiedendo di trovargli qualcosa da fare
per evitare di sentirsi anche più impotente di quelle che già si
sentiva; Stuart ci pensò un istante e poi trovò la cosa giusta:
--vieni dentro, ti voglio preparare un'interfaccia neurale per il
controllo della GII, così potrai pilotarla e gestirla anche tu--.
Tra l'altro, fu necessario includere Joshi nella lista delle persone
autorizzate all'uso della GII e delle sue risorse; Stuart, inquanto
i.a. designata della GII, era l'unico che avesse accesso al database
in questione e si premurò di eseguire tutta la procedura di
aggiornamento, piuttosto laboriosa; solo le sue capacità di
elaborazione gli permisero di esaurire il compito in 3,26 secondi.
Entrarono nella GII, il portello si chiuse e la piccola GII si mosse
e poi scomparve, transitando nello spazio B. Ora sulla Guardiano I
eravamo in tre; Bimba ci chiamò, per seguirla al ponte 1 ed iniziare
le procedure di creazione ed installazione della iper-S sulla GI.
La
passeggiata verso il ponte 1, si stava svolgendo in un triste
silenzio; Bimba camminava al mio fianco, tenendomi per mano, con gli
occhi ancora umidi e la testa leggermente bassa; ero dispiaciuto che
anche questa dolce I.A. dovesse soffrire per quegli avvenimenti, ma
la programmazione reagiva esattamente per come era stata creata e
quindi la ragazzina che era Bimba soffriva come era naturale. Ad un
certo punto lei si fermò, rimanendo indietro; mi girai per guardare
verso di lei, per vedere che scoppiava a piangere disperatamente,
singhiozzando, con le piccole mani sul viso e con le lacrime che
cadevano a terra; mi affrettai vicino a lei, la presi fra le braccia
e la strinsi fortemente; anche Benjamin si avvicinò per accarezzarle
la testa; ci volle tempo perché Bimba sfogasse il suo dolore e si
calmasse, ma alla fine percepii il cambiamento e allentai il mio
abbraccio; lei alzò la testa verso di me, con il viso rigato dalle
lacrime; le passai le dita sotto gli occhi per spazzare via quel
fiume amaro e le baciai la fronte; un suo timido ma promettente
sorriso chiuse quella parentesi.
Raggiungemmo
il ponte e immediatamente Bimba entro in comunicazione diretta con i
sistemi della nave, tramite l'interfaccia neurale diretta, aggiornata
alle specifiche della GII durante il viaggio di avvicinamento; mi
collegai anche io e feci collegare Harris con il sistema visuale in
soggettiva. La nostra visuale era posta sul bordo anteriore, subito
al disopra dell'emettitore/deflettore di navigazione; non si vedeva
nessun genere di emissione, ma l'immagine dello spazio sullo sfondo
andava sempre più distorcendosi, fino a formare una serie di archi
luminosi, che altro non erano che l'immagine delle stelle poste
dietro la distorsione gravitazionale deformate dalla lente
gravitazionale creatasi, che poi si unirono in un unica aureola
luminosa; alla fine un lampo molto intenso (un'emissione di raggi
gamma) annunciò che era stata creata una distorsione gravitazionale
simile ad un buco nero, anche se in miniatura; la struttura della GI
cominciò a gemere, deformata dalle forze di marea che la tiravano
per la lunghezza; controllai il pannello virtuale, rendendomi conto
che il sistema di annullamento inerziale non era stato attivato e lo
attivai; Bimba si rese conto delle mie azioni e ridacchiando mi
ringraziò: --ops, grazie Adam; ma guardate ora viene il bello;
adesso punto l'emissione di gravitoni all'interno della singolarità
e ripeto il processo di “concentrazione”--, stavo guardando
dentro il buco nero, ma non vedevo niente, --...solo che questa volta
non vedremo assolutamente niente, dato che la luce non può uscire
dal buco nero [ah, già], quindi sapremo che un secondo livello sarà
stato creato solo dai livelli gravimetrici misurati e così sarà per
tutti i livelli successivi--; stavo guardando l'indicatore
dell'intensità gravimetrica che saliva sempre più rapidamente, uno
scatto dopo l'altro, fino a raggiungere il fondo scala, indicato con
il solito otto orizzontale (pensai al simbolo olografico impresso
sulla mia nuca); Bimba parlò di nuovo: --fatto, prima
iper-singolarità pronta; la infiliamo nel contenitore sferico
schermato e la installiamo nella sala motori; cinque minuti dopo la
Guardiano I era stata promossa a Classe Universe Tipo II (quello
grande); gli indici energetici della GI salirono spaventosamente,
tanto che fu necessario ri-scalare gli indicatori, che altrimenti
sarebbero rimasti fissi a fondo scala; ora quello che era il fondo
scala precedente, era diventato la più piccola tacca iniziale;
guardai Benjamin, che stava tornando in soggettiva personale,
veramente strabiliato dalla semplicità e dalla resa dell'operazione:
--ti piace la tua nuova ammiraglia?--; accarezzando la console solida
quasi con dolcezza: --fantastica; era pura incoscienza mettersi
contro di voi--; lo consolai: --se tutto fosse andato come quei pazzi
avevano progettato ci saremmo potuti distruggere gli uni con gli
altri; vi hanno dato un decimo di potenza in meno, ma un numero 100
volte superiore di navi; per fortuna non potevano certo immaginare lo
sviluppo della tecnologia che ci ha permesso di creare la GII e
questo la dice lunga sul valore della loro intelligence o, meglio
ancora, del livello della loro presunzione; così adesso gli facciamo
un bello scherzetto!--; un'espressione maligna si disegnò sul volto
di Benjamin Harris, desideroso di, come minimo, vendetta. Una cosa di
cui gli adiani non si erano assolutamente resi conto era che forse
gli esseri umani potevano essere battuti, umiliati o anche dominati,
ma non per sempre; arrivava, prima o poi, il naturale istinto di
libertà e rivalsa e, se solo veniva dato loro un minimo spiraglio,
le conseguenze potevano essere devastanti; nell'intera storia umana,
non era mai successo che la riconquistata libertà fosse l'evento
conclusivo; alle lotte che avevano portato al ritorno allo stato di
auto-determinazione era sempre invariabilmente seguita la punizione
degli ex dominatori, spesso con stermini di massa; è sempre stato, e
sempre sarà, molto imprudente mettersi contro gli esseri umani.
Tutto questo è maggiormente vero se riferito ai vampiri, la cui
esatta origine non è nota, ma che hanno avuto sempre un istinto
animalesco più accentuato e quindi una indole nettamente più
violenta. In entrambi i casi, solo la nascita delle istituzioni
civili (governi, leggi, impianti filosofici, morali ed etici), ha
permesso che gli istinti venissero moderati, ma come è ovvio, nelle
situazioni estreme, e questa era una situazione tra le più estreme
mai vissute, tutte le idealizzate regole morali potevano
tranquillamente saltare o, peggio, potevano essere piegate in assurde
giustificazioni; quando uccidere il proprio simile è, legalmente,
moralmente, eticamente, religiosamente, vietato, basta dire e
credere, che il nemico sia una “bestia”, un “mostro”, un
“demonio”, “disumano” e qualunque assolutamente inapplicabile
sevizia diventa possibile, anzi giusta e auspicabile, perché sarà
per il bene supremo e ne riceveremo gloria e beneficio, in questa e
nell'altra vita; ecco che la civiltà, razionalmente e logicamente,
torna ad essere bestialità; tutta la storia umana è costellata di
assurde razionalizzazioni di questo genere e i dino-adiani stavano
rischiando di subire una delle peggiori ritorsioni dell'intera storia
universale.
In
quell'esatto momento Stuart, supportato da una squadra di assalto
(l'unica ancora presente sul pianeta), recuperata da una zona lontana
dall'esplosione, stava salendo sulla nave adiana, apparentemente
tranquilla, ma dovendo invece sostenere un difficile e cruento
combattimento solo per poter arrivare al primo snodo di
comunicazione; quando dopo circa una mezzora mi misi in contatto con
lui, era indaffaratissimo nel guidare l'assalto, da dietro lo scudo
di difesa che oscillava tra un livello 7 e un 9, a seconda della
potenza dei colpi: --ciao Adam; siamo stati trattenuti dai
festeggiamenti di accoglienza e abbiamo fatto un pochino tardi, ma
credo che ormai dovremmo riuscire a rimettere un po' di calma in
questa simpatica festa...--; mentre parlava, siccome vedevo
esattamente quello che vedeva anche lui, assistevo al sistematico
suicidio degli adiani che, trovandosi nell'impossibilità di
resistere e sfuggire all'attacco di Stuart e dei suoi, si sparavano
in testa senza tanti complimenti; mi sembrava evidente che fossero
stati condizionati a reagire in quella maniera, da qualche tipo di
lavaggio del cervello; anche la persona più sconvolta e convinta che
la propria vita non avesse più il minimo senso, aveva sempre
un'attimo di titubanza nel premere il grilletto, dovendo comunque
lottare contro il naturale istinto di sopravvivenza, del tutto
irrazionale, che per un solo istante riusciva ad opporsi alla
decisione, razionale seppure distorta, di porre fine alla propria
vita; questi non mostravano nessuna indecisione: giravano l'arma che
tenevano in mano verso la propria testa, finora puntata verso i
propri nemici, e tiravano il grilletto: bam! fine della storia.
Dovevamo assolutamente catturare vivo un ufficiale di alto grado,
meglio se il comandante della nave, forse l'unico che poteva darci
qualche informazione utile: --Stuart, devi far avvicinare i tuoi
soldati il più possibile e attivare l'SDP al massimo e poi comandare
alla GII l'emissione di un colpo sonoro che faccia entrare in
risonanza i cervelli degli adiani, senza spappolarli, e che li faccia
svenire--. Vidi, con gli occhi di Stuart, i soldati avvicinarsi e
l'ambiente scomparire; passai alla visuale dall'interno della GII e
potei così assistere all'emissione del colpo sonico6:
le perturbazioni dell'atmosfera raggiunsero la nave adiana e delle
increspature apparvero a partire della prua della stessa andando
diffondendosi al resto dello scafo; i danni erano enormi; l'intera
struttura stava andando in pezzi; c'era solo da sperare che il colpo fosse stato ben calibrato.
Quando
lo scudo di Stuart venne abbassato al livello 10, il silenzio e la
calma regnavano nella nave; tutti gli adiani umani erano svenuti a
terra, spesso accanto a quelli che si erano fatti saltare la testa;
immediatamente Stuart e tutta la squadra si misero in cerca degli
ufficiali di più alto grado; seguendo le indicazioni cromatiche7,
in pochi minuti raggiunsero il ponte di comando: --accidenti, appena
in tempo Adam; altri cinque secondi e potevamo pure sigillare
l'astronave e usarla come bara collettiva!--; in effetti metà
dell'equipaggio del ponte era già morto suicida e l'altra metà
aveva in mano una pistola e di questi alcuni erano feriti da colpi
andati fuori bersaglio grazie all'impulso sonico che li aveva fatti
svenire. Il comandante era fra questi, con una brutta, seppur non
letale, ferita al lato della testa. Ora dovevamo stabilire come
comportarci per ottenere le informazioni che ci erano più utili e fu
Stuart a fare da moderatore nella duplice via all'ottenimento del
risultato: --Adam, non so tu come la vedi, ma c'è solo una maniera
per convincere questi scoppiati a dirci ciò che vogliamo ed è
quella di impiantare un sistema di comunicazione telepatico limitato,
ovverosia senza la possibilità di controllo nei confronti delle
nostre navi, ma che ci consenta di leggere nelle loro teste; non
escludo che si debba sedarli per impedire di farsi venire un infarto
o un ictus a causa del panico creato dall'impossibilità di
ammazzarsi--; mi sembrava ragionevole ma pensai di fare un passo
oltre: --vedi se ti è possibile capire come sono stati condizionati
e se è possibile eliminare il condizionamento e riportarli alle loro
condizioni iniziali; magari ci sapranno spiegare come è iniziato
tutto questo grandissimo casino--; Stuart non stava dando conferma di
aver sentito e capito le mie parole, ma stava solo riflettendo:
--Adam ti rendi conto che forse non potremo salvare tutti e che
dovremo fare anche delle scelte difficili e drastiche?--; feci un
cenno di assenso che Stuart non poteva certo vedere: --lo so
perfettamente che forse ci saranno ancora milioni di morti prima di
rintracciare i primi responsabili, ma vorrei che alla fine dei giochi
fossero andate perdute solo le vite che non si è riusciti
assolutamente a salvare; vorrò poter pensare che non sarà stato
lasciato niente di intentato e che nessun'altra persona sarà
lasciata sola al suo destino; se c'è qualcosa che ci distingue dai
nostri misteriosi nemici è che noi non pensiamo che la diversità si
manifesti nella superiorità o inferiorità, e che quindi il
“superiore” abbia diritto di disporre della vita “dell'inferiore”
a sua discrezione o come, con perfetta sintesi, dicevano gli antichi
Latini o Romani: “ubi major, minor cessat”8;
noi pensiamo che gli esseri viventi siano tutti uguali nella loro
diversità, cioè che vadano rispettati e lasciati vivere a modo loro
e che le uniche limitazioni della libertà si manifestino durante la
sovrapposizione delle vite delle persone e cioè, parafrasando
antichi pensieri illuministi, “la mia libertà finisce dove inizia
la tua”; noi pensiamo anche che la vita sia estremamente importante
e che vada preservata, fin dove possibile; con questo intendo dire
che se circostanze eccezionali mettono una persona nella condizione
di uccidere un'altra persona per difendersi e/o difenderne una terza,
bé così sia; non esiterei minimamente a uccidere chiunque mettesse
in pericolo Eva, Gloria, Bimba o chiunque altro; potrei dispiacermi
di non aver potuto evitare la sua morte... dopo, ma, ho detto, in
circostanze eccezionali; queste, credo, sono le circostanze più
eccezionali che si siano mai presentate nella storia di tutte le
popolazioni di origine terrestre e richiederanno sacrifici
eccezionali, ma solo come ultima ed inevitabile conseguenza. Ora,
appena avrai preso in custodia i sopravvissuti della nave adiana,
metti in pratica il tuo suggerimento e poi fammi sapere. Chiudo!--;
Stuart non replicò, ma sapevo, ancora una volta, che aveva sentito e
capito perfettamente i miei pensieri; anche Bimba, lì presente aveva
sentito quello che avevo comunicato a Stuart e sembrava leggermente
sorpresa del tono che aveva assunto il mio discorso. Ero conscio
anche io che avevo usato un livello comunicativo diverso, più
elevato, del normale, ma era stato intenzionale; pur avendo fiducia
assoluta in Stuart, avevo voluto porre dei confini precisi al
comportamento di una persona di cui in realtà non sapevo molto, dato
che conoscevo solo da pochi giorni, giorni che erano stati agitati a
dire il meno; con Gloria, Lortan, Eva ed Abel sulla Potenza e volendo
evitare a Bimba decisioni pesanti e drammatiche, Stuart era l'unico
rimasto di una, peraltro, insolita catena di comando, adatto a
condurre in autonomia certe operazioni, ma mi ero premurato di dargli
un indirizzo su come agire; ora ero sicuro che non ci sarebbero stati
problemi.
Le
operazioni di allestimento delle iper-S erano proseguite e ormai ne
erano state create una decina; la necessità di non creare eccessive
perturbazioni spazio-temporali aveva reso necessario spostarsi di
qualche migliaio di chilometri per ognuna di esse realizzata, così
la Guardiano I si stava lasciando dietro una lunga collana di perle
nere, che, completato il lotto di iper-singolarità programmato,
sarebbero state recuperate ognuna dalla nave su cui sarebbe stata
successivamente installata. Bimba era completamente assorbita dalle
operazioni di imbozzolamento ed era nello stato di trance che tanto
la faceva assomigliare ad un'automa inumano, ma che era necessario e
indice dell'assoluto collegamento con i sistemi della GI; in quel
momento Bimba era tornata ad essere la I.A. della GI, come quando
l'avevo conosciuta... di nuovo, poche settimane prima. Approfittai
per far fare a Benjamin un piccolo giro della nave, passando per i
vari settori che circondavano il ponte di comando; quindi gli feci
vedere uno degli alloggi tipo, oltre a quello assegnato al comandante
(prima o poi sarebbe stato il suo), la sala cinema, la palestra, la
sala da pranzo comune, dove prelevammo un paio di panini e qualcosa
da bere, per poi arrivare alla sala dove era installato il cubo che
una volta conteneva la I.A. conosciuta come Bimba. Era evidentemente
sorpreso: la ex Unità di Elaborazione Quantistica Interattiva era
decisamente diversa e soprattutto molto più ingombrante della
ragazzina di 50 chili che era Bimba; spiegai brevemente che la
soluzione finale del problema alla fine era stato trovato da Bimba
stessa: aveva realizzato la prima colonia di naniti che avevano
costruito le componenti quantiche del cervello artificiale che
avrebbe contenuto la personalità di Bimba e poi aveva iniziato il
trasferimento di tutti i dati ad una memoria di transito da cui i
nanociti avevano tratto le informazioni per creare i corretti
percorsi neurali (in definitiva i neuroni e i collegamenti tra i
neuroni artificiali); contrariamente a quanto ritenuto prima, non era
stato necessario comprimere lo spazio per ridurre il volume del
cervello, perché i nanociti, agendo a livello atomico, avevano
potuto fare un lavoro praticamente perfetto, privo di difetti e di
sprechi e nello spazio di un cervello di dimensioni normali, circa
1400 cm cubici, poteva stare tutta la capacità intellettiva di una
i.a. e soprattutto c'era spazio sufficiente perché potesse crescere
e svilupparsi mille volte. Scienza quantistica e nanociti, lavorando
in perfetta simbiosi alla scala più piccola che la materia poteva
permettere (poi si entrava nel regno delle stringhe e dell'energia,
che ancora nessuno sapeva come manipolare e controllare)9
avevano creato le prime intelligenze senzienti complete, dotate di
emozioni, sentimenti, capacità morale ed etica avanzatissima; forse
avevamo difronte una forma di evoluzione inaspettata, dove l'essere
vivente naturale creava una forma più avanzata di se stesso da
”materiali” non naturali; forse Bimba e Stuart erano i primi
rappresentanti di Homo Superior, salvezza per Homo Sapiens Sapiens
(cioè gli attuali esseri umani: Uomo Molto Sapiente ma poco civile)
e Homo Lamia, variante più forte della razza umana, ma non
necessariamente migliore, sotto il profilo etico e morale. Certo,
prima c'era da risolvere il problemuccio della razza che voleva
mettere fine all'evoluzione sia umana che vampirica.
Il
nostro giro proseguì verso la sala motori, ormai obsoleta, e poi
verso la sezione scientifica che conteneva anche il sistema
diagnostico e le apparecchiature mediche; lì per lì fui titubante
nel rivelare tutte le sue strabilianti capacità, ma sapevo, ormai,
di potermi fidare ciecamente di Benjamin; era necessario limitare la
diffusione di tecnologie così pericolose, ma alla fine, se volevo
realmente contribuire ad istituire, nel futuro, una società giusta e
sicura, dovevo iniziare a dimostrare di fidarmi almeno dei miei amici
e quindi decisi di rivelare ogni singola cosa. Mentre stavo
raccontando, tra le altre cose, come era stato stabilito il danno che
avevo subito e i primi indizi delle armi che ci avevano attaccato,
ricevendo peraltro totale conferma di prima mano delle nostre
deduzioni, dal sistema di comunicazione interno della nave Bimba ci
avvisò dell'imminente arrivo della flotta umana: --la Vendetta e le
altre navi stanno entrando nel sistema stellare e nel giro di 8 ore
saranno parcheggiate presso le iper-S; ho già preso accordi con il
vice Ammiraglio, Comandante Harris; Stuart a fatto sapere di essere
di ritorno con il comandante della nave adiana; sta manovrando per
l'attracco nella stiva della GI; ci avviserà non appena avrà fatto
sistemare il nostro ospite speciale e distribuito gli alloggi alla
squadra che era con lui, tra i quali non ci sono stati che feriti
lievi e, Adam, c'è una persona in linea per te...--, sapevo
esattamente chi poteva essere, e già solo nell'attesa della sua
voce, provai un profondo brivido e una emozione così intensa che i
miei occhi si velarono: --ciao, amore, mi sei mancato così tanto,
vorrei averti fra le miei braccia e baciare le tue splendide
labbra...--, era quel cretino di Lortan, che faceva il verso a Eva;
sul momento rimasi di sasso, mordendomi le labbra, in parte per
l'imbarazzo, ma anche per l'effetto delle parole di Lortan; mi ero
prefigurato l'immagine di me e Lortan avvinghiati: --ti giuro Lortan
che appena ti metto le mani addosso ti...--, venni interrotto nel mio
tentativo di ripristinare il mio onore di maschio: --non vedo l'ora
di poter avere le tue dolci carezze...--; già la sua voce era fuori
controllo dal malcelato ridacchiare, ma ora si stava veramente
sganasciando e insieme a lui riconoscevo Eva, Gloria e anche Abel; mi
misi le mani nei capelli, disperato; ero nell'imbarazzo più nero,
non sapendo quali fossero i costumi del popolo di Benjamin nei
confronti degli omosessuali; tra di noi il problema non era un
problema da millenni ed era sempre stato trattato al più come una
eccentricità; a nessun vampiro poteva interessare di meno dei gusti
sessuali altrui, avendo imparato a vivere la nostra propria vita
invece di pensare a quella degli altri, conseguenza della natura
solitaria ed egoistica dei primi, antichissimi, vampiri; era risaputo
che, spesso, fra gli umani ancora vigeva una forte discriminazione
per il “diverso” e mai avrei voluto creare un imbarazzo con
Benjamin ed il suo popolo. Ma mi dovetti rendere conto che anche Ben
stava ridendo di gusto, perfettamente conscio dello scherzo e neanche
minimamente imbarazzato dall'argomento: --siete incredibili, riuscite
a trovare la maniera di alleggerire anche le situazioni più nere;
forse è questa la maniera giusta di vivere la vita; ogni momento ha
il suo colore e va vissuto di conseguenza--. Ma ora sentivo ridere
Eva da vicino; mi girai verso l'entrata della stanza e vidi la
meravigliosa visione della mia donna che sorrideva, cercando di
ricomporsi; non potei fare a meno di spalancare le braccia e
accoglierla felice; fu un bacio memorabile, ma ovviamente venni
interrotto, ancora una volta da Lortan: --hei, hei, adesso tocca a
me, ogni promessa è debito--; Lortan letteralmente separò me ed
Eva, abbracciandomi e cercando di baciarmi; riuscii a schivarlo di
mezzo millimetro, anche se sospetto che lo avrebbe fatto da solo (non
lo ha mai ammesso) e mi divincolai dalla sua stretta per poi metterlo
sotto una mia ascella, stringerlo e con la mano libera frizionarlo
violentemente sulla testa, con le nocche: --ti piacciono le mie dolci
carezze... amore?--; Lortan si arrese: --ok, le adoro, ma ora
basta... troppo amore... amore mio--; lo lasciai andare e una volta
in piedi mi porse la sua mano, che strinsi con fermezza; ora i suoi
occhi mi fissarono con intensità: --brutta giornata eh?--; sapevano
tutto: --molto brutta ma siamo quasi pronti; immagino che Bimba vi
abbia spiegato il piano...--; mi rispose Eva: --nei dettagli, ma
questo non è un piano, ma IL PIANO; non avrei saputo pensare di
meglio; questa mia figlia mi rende molto orgogliosa--; ma con la coda
dell'occhio vidi una figura avvicinarsi velocemente; mi girai giusto
in tempo per ricevere l'abbraccio di Gloria; mi strinse fortissimo e
sentivo che piangeva. Potevo solo immaginare la sua paura dopo aver
saputo o anche visto, dell'attacco sul pianeta; mi aveva appena
ritrovato ed in effetti aveva rischiato di perdermi per sempre; il
nostro rapporto era sempre stato fortissimo, come naturale per le
coppie di gemelli vampiri, rarissimi. La tenni fra le mie braccia a
lungo, anche io avevo bisogno di sentire il suo “calore”; eravamo
cresciuti da soli, non sapendo chi fossero i nostri genitori, in un
pianeta umano poco tollerante verso gli orfani, soprattutto quando
questi rubavano per vivere; solo dopo molti anni, a causa della
nostra anomala natura, venimmo rintracciati da altri vampiri che ci
portarono sul nostro pianeta rifugio; si trattava di oltre mille anni
prima, ma la nostra unione era, nonostante la mia amnesia, forte
oltre ogni immaginazione; ero conscio che solo la straordinarietà di
Eva e Bimba, mi facevano considerare la possibilità di amare
un'altra donna tanto intensamente, con tutte le distinzioni del caso,
dato che una era mia sorella, una la mia donna e Bimba una figlia
acquisita, e le amavo in maniere molto diverse.
1
La Via Lattea, cioè la nostra galassia, è lunga circa 100.000 anni
luce ed ha uno spessore, al centro, di circa 10.000 anni luce; se la
consideriamo un parallelepipedo con queste misure abbiamo un volume
di un miliardo di anni luce cubici e se consideriamo che la
sensibilità dei sensori ha un raggio di dieci anni luce, sarà
necessario emergere cento milioni di volte per coprire tutto il
volume galattico, per, al massimo, due volte; dieci mila emersioni
al secondo, con cui dividiamo due cento milioni di emersioni totali,
uguale a circa due giorni e mezzo. In realtà i passaggi la seconda
volta saranno minori, perché avverranno solo nei punti “caldi”,
cioè in quelli in cui verranno rilevate istallazioni o astronavi
adiane.
2
La velocità di transito minima è di un metro al secondo e quindi
ad un decimillesimo di secondo corrisponde un decimillesimo di
metro, equivalente, appunto, ad un decimo di millimetro.
3
Lo sviluppo delle armi nucleari aveva creato capacità distruttive
sempre maggiori, passando da quella che aveva distrutto Hiroshima,
di dieci chiloton (1 chiloton = 1.000 tonnellate equivalenti di
tritolo) a quelle ad antimateria, infinitamente più potenti. 1
Gigaton = 1 miliardo di tonnellate equivalenti di tritolo.
4
Uno straordinario accorgimento dei sistemi di difesa ci aveva
permesso di non essere spazzati via dal vento dell'esplosione: ogni
volta che il sistema attiva gli scudi 10+, la bolla si “ancora”
alle coordinate gravitazionali della posizione precedente
all'incidente creando dei vettori di attrazione da e verso la massa
gravitazionale maggiore presente in zona, in questo caso il pianeta:
tirando e spingendo verso il centro del pianeta la posizione della
bolla rimane invariata. Ovviamente i vettori, o raggi, se preferite,
passano per la bolla, ma vengono creati dalla GII.
5
Si riferiva, evidentemente, alle naniti.
6
Si trattò di espandere una bolla di spazio-B e poi lasciarla
implodere: il contraccolpo fece espandere delle onde sonore
potentissime che colpirono la nave adiana, diffondendosi ai suoi
occupanti.
7
cioè
delle strisce colorate tracciate sia a terra che sulle pareti, che
conducevano ai vari reparti o sotto-reparti e di cui quella oro
indicava la direzione da seguire per raggiungere il ponte di
comando; le strisce inoltre erano direzionali, cioè indicavano la
direzione, delle due possibili, da seguire, grazie a delle frecce (<
>) bianche o nere a seconda del miglior contrasto rispetto al
colore su cui erano poste ed erano poste ad una distanza di circa un
metro l'una dall'altra.
8
La traduzione è: il debole soccombe alla presenza del più forte,
intendendo dire che è nell'ordine naturale delle cose che chi è
più debole debba sottostare al più forte.
9
Per chi si fosse perso l'informazione, le stringhe sono il passo
successivo oltre le particelle sub atomiche (più precisamente
rispetto a quelle che compongono gli atomi: neutroni, protoni ed
elettroni e cioè i quark, che nelle loro varie combinazioni
costituiscono, appunto le altre, escluso l'elettrone che è esso
stesso particella elementare); si è ipotizzato che oltre il noto e
ormai dimostrato livello delle particelle sub atomiche “fisiche”,
debba esistere un livello energetico. Questo in virtù della famosa
ed abusata equazione einsteniana e = mc2, che mette in
diretta relazione materia ed energia, presupponendo anche che da
qualche parte debba esistere un confine oltre il quale la materia
smette di esistere, per lasciare il campo a “quanti” di energia,
cioè a porzioni definite (ed indivisibili) di energia; l'ipotesi
prevalente è che queste particelle energetiche siano delle
stringhe, cioè delle “striscioline” o degli anelli vibranti di
energia, che in base alle caratteristiche delle vibrazione darebbero
luogo a quark di vario tipo, i quali combinandosi, danno luogo a
neutroni e protoni, che insieme agli elettroni, formano la materia,
che grazie alle combinazioni chimiche e biochimiche e fisiche
plasmano la materia e quindi la natura che abbiamo sotto gli occhi.
Nessun commento:
Posta un commento
In linea di principio, una storia di fantascienza si legge e basta; piace oppure no, ma se volete fare dei commenti siete liberi di farlo; vale quanto detto in "parole in libertà": le opinioni in quanto tali sono sempre personali e mai possono essere ritenute assolute, quindi calma e rispetto.